Clamoroso al tribunale: in udienza spunta un topo e non la solita “talpa”

18 Gen 2016 16:11 - di Francesca De Ambra

Eravamo abituati a sentir parlare di “cimici” in tribunale ma non di topi. Lacuna colmata dall’irruzione di un piccolo roditore nel bel mezzo di un’udienza davanti al giudice monocratico Paola Lombardi in un’aula del tribunale di S. Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Secondo il racconto di un legale del foro sammaritano presente con altri colleghi sul luogo dell’inattesa apparizione il topolino è sbucato da sotto la pedana del banco dei giudici senza che nessuno, tranne l’avvocato Marco Alois, se ne accorgesse. Una presenza discreta, verrebbe da dire. Tanto è vero – testimonia Alois – che «dopo una breve corsa il topolino è sparito». Ma non per questo l’incidente è stato archiviatpo. Del resto, parliamo di un tribunale e, come si dice da tempo immemorabile, “la legge è legge”. Ragion per cui è immediatamente scattata la procedura di rito. È sempre l’avvocato Alois a parlare: «A quel punto abbiamo informato il giudice che ha sospeso temporaneamente le cause e redatto un verbale che ha poi inviato al presidente del tribunale per i necessari interventi». Decisione più che opportuna dal momento che la presenza di un ratto segnala quasi sempre condizioni igieniche insoddisfacenti e degrado generalizzato. Tuttavia, si può giurare che se solo il topo avesse potuto immaginare le conseguenza prodotte dalla sua fugace apparizione in un’aula del tribunale – udienza sospesa, redazione del verbale con conseguente inoltro alle autorità sanitarie competenti –  avrebbe di sicuro scelto uffici meno vigilati. Ma ormai la frittata era fatta. In compenso, il roditore errante ha incassato il suo momento di gloria prendendosi pure la soddisfazione di costringere, seppur per un solo istante, l’informazione a rivedere le proprie certezze zoologiche quando se ne occupa in riferimento ai tribunali. Nessuno può infatti negare che dover titolare su un topo anziché su una “talpa” in tribunale è un pugno in piena faccia alla nota sicumera dei giornalisti esperti di “giudiziaria”. Che vanno addirittura al tappeto nel momento in cui sono costretti a dare notizia dei doverosi controlli scattati: quelli igienico-sanitari.

 

 

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