Choc a Parigi: aumentano le donne francesi che si arruolano per l’Isis

8 Gen 2016 11:04 - di Ginevra Sorrentino

I mille volti dell’Isis: nel tentativo di dare un corpo – per quanto mostruoso – al corpo dei miliziani agli ordini del Califfo al Baghdadi, dalla Francia arriva l’ultimo – inquietante – aggiornamento: sarebbero sempre più numerose le donne d’oltralpe arruolatesi fra i combattenti dei terroristi islamici. Di più: secondo quanto ha appreso la radio France Info da fonti dei servizi di informazione, la cifra delle francesi pronte ad immolarsi sul falso altare della guerra santa dichiarata al mondo dall’autoproclamato Stato Islamico indicherebbe un numero di proseliti femminili in progressivo aumento.

Sono sempre di più le donne francesi che si arruolano per l’Isis

Citando un rapporto tenuto segreto, 220 donne si sarebbero unite alla “guerra santa” dello stato islamico: una cifra costantemente in aumento negli ultimi due anni. France Info ha calcolato che 164 di loro erano già partite fino al mese di settembre 2015, e che tale cifra è salita a 220 soltanto tre mesi dopo. Un terzo di queste donne si sarebbe convertito all’islam, contro un sesto degli uomini. E non è ancora tutto: secondo le informazioni, sono attualmente 600 i jihadisti francesi recensiti nelle fila di Daesh fino a tutto dicembre scorso, con la proporzione di donne in aumento dal 10% del 2013 al 35% attuale. Queste donne, secondo quanto si apprende, non partecipano per ora ai combattimenti, ma si troverebbero in Siria per sposarsi o per raggiungere consorti. Evidentemente quanto accaduto in Francia solo negli ultimi 12 mesi per mano del terrorismo islamico – dall’agguato alla redazione di Charlie Hebdo, fino agli attentati del 13 novembre scorso – non sono “bastati” a far desistere queste donne dal desiderio di unirsi alle fila di stragisti e miliziani jihadisti senza scrupoli. Ed evidentemente, quanto raccontato dalle poche superstiti fin qui riuscite miracolosamente a sfuggire ai carcerieri dell’Isis che, dopo averle indottrinate su Internet e convinte a unirsi ai ribelli in Siria, hanno riservato loro una realtà di schiavitù, stupri di massa e volenza inaudita, ancora non basta a dissuadere queste donne francesi dal loro progetto di affiliazione… e morte.

I misteri dell’ultimo tentativo di attentato a Parigi

Intanto, a 24 ore dal tributo di Parigi e della Francia riservato alle 12 vittime dell’Isis freddate nell’agguato alla redazione del periodico satirico Charlie Hebdo, e ai cinque morti di Coulibaly nel mercatino koscer, si infittisce il mistero sull’identità dell’uomo che ha funestato la giornata parigina di memoria, ucciso mentre si dirigeva con un coltello in mano verso il commissariato del 18/o arrondissement parigino. Le notizie fin qui diffuse dopo la sua morte hanno individuato in Sallah Alì, 20 anni, marocchino, già fermato per furto nel 2013, il responsabile del tentato assalto. Ma il testo di rivendicazione a nome di Daesh, trovatogli in tasca, comincia con la frase «Je suis Abou...» (Io sono Abou…),e poi si legge un nome diverso, Tarek B., e alla terza riga si parla della città di Tunisi. Sallah Alì, dunque, presunta identità alla quale corrispondono le impronte digitali del cadavere, aveva detto nel 2013, all’epoca del primo fermo, di essere marocchino, nato nel 1995 a Casablanca, in Marocco, e in quel momento senza fissa dimora. Dunque, se crescono i dubbi relativi alla sua identità, di contro è certo che l’uomo ucciso davanti a un commissariato parigino non avrebbe dovuto trovarsi in Francia. Secondo quanto appreso dagli inquirenti, infatti, dopo l’arresto per furto nel 2013 a Saint-Maxime, in Costa azzurra, l’uomo che si era presentato come il marocchino Sallah Alì, si era visto notificare l’ordine di espulsione dalla Francia.

 

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