Toh, chi si rivede! C’è Tabacci che dà i suoi voti a Fassino. Ma dove li prende?

16 Dic 2015 8:46 - di Alberto Fraglia

Bruno Tabacci brucia tutti sul tempo. È uno sprinter della politica. Un autentico fuoriclasse. Uno che, se c’è da fare una scelta, occupare una posizione, ritagliarsi uno spazio, non sta lì a pensarci su, a girare i pollici affranto dai dubbi. Al contrario, vive di certezze assolute. Non importa se, nella sua straordinaria carriera politica, da esperto navigatore di scuola democristiana (nella prima metà degli anni Ottanta diresse l’ufficio studi del Ministero dell’Industria con Giovanni Marcora e, in seguito, la segreteria tecnica del Ministero del Tesoro con Giovanni Goria) abbia volteggiato, con impareggiabile destrezza da destra a sinistra, sempre puntellando il Centro. Luogo gravitazionale di garanzia per ogni stagione della politica. Esperto in materia di finanza, Bruno Tabacci è stato consigliere regionale e presidente della Regione Lombardia per la Dc, poi deputato dello stesso partito. Finita la Dc, è stato con Casini nell’Udc e in Parlamento con il Centrodestra. Segue poi Follini all’epoca della diaspora e approda dalle parti di Rutelli con il quale fonda un nuovo partito, Alleanza per l’Italia, ben presto squinternata dagli scandali dei fondi gestiti illegalmente dal tesoriere Lusi. Ineffabile, Tabacci trova sempre la via giusta per restare a galla. È assessore al bilancio nel Comune di Milano con il sindaco Pisapia. Sfida Bersani e Renzi per la premiership del centrosinistra nel 2012. Quanto basta per aprirsi un varco nella coalizione di sinistra e tornare alla Camera l’anno successivo. Voti, in verità, ne raccoglie sempre pochi (a Milano , da capolista al Comune, nel 2006 non viene neppure eletto consigliere). Quanto basta, però, per assicurarsi una poltrona. Imbattibile, il Tabacci. Ed ora eccolo nuovamente a giostrare sulle candidature per le prossime amministrative. “Il Centro Democratico sosterrà con una propria lista o con una lista nuova insieme ad altri soggetti che condividono progetti e programmi per Torino e si collocano al centro del centrosinistra, la candidatura per il secondo mandato del sindaco Piero Fassino“. Oplà ! Il gioco è fatto. Fulmineo. Deciso. Immarcescibile. Il Tabacci non ha rivali. Brucia tutti sul tempo. Si dice che Fassino, colpito dallo zero virgola di consensi che Tabacci porterebbe in dote, abbia fatto gli scongiuri.

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