A Roma si cancellavano le multe degli “amici”: coinvolti vip e imprenditori

2 Dic 2015 5:49 - di Redazione

Alzi la mano colui che non ha mai tentato (e usiamo la formula dubitativa solo per non far torto a nessuno, sapendo bene che «così fan tutti») di convincere l’amico dell’amico che conosce il funzionario giusto per farsi togliere una multa. Sempre presa ingiustamente, ovvio, anche quando lasciamo la macchina in seconda o in terza fila e buchiamo il rosso perché siamo maledettamente in ritardo, magari per portare i figli a scuola, si legge su “Libero”.

I verbali, in fondo, sono un po’ come il canone Rai, ovvero la tassa più odiata dagli italiani.

Perché se i vero che i Comuni non utilizzano le multe per fare «cassa» (come dimostrano le elaborazioni diffuse da diversi centri studi, ultimo quello di ImpresaLavoro sui dati Siope relative alle sanzioni riscosse dalle amministrazioni nel periodo 2013-2015), è altrettanto vero che i comuni dovrebbero essere più ligi nell’opera di prevenzione e non limitarsi alla repressione. Altrimenti rischia di finire come a Roma, dove gli amici degli amici hanno sottratto alle case comunali milioni di euro. Verbali spariti, multe cancellate, file manomessi.

E se con Mafia Capitale ha tremato mezza Roma, con la storia delle multe va nel panico tutta la città.

A beneficiare della classica catena di Sant’Antonio secondo la quale una mano lava l’altra e tutte e due puliscono il viso, sarebbero stati molti vip e personaggi noti della Capitale, tutti finiti nelle carte dell’inchiesta della Procura di Roma culminata in una serie di perquisizioni, sia domiciliari che negli uffici, di cinque ex funzionari dell’Ufficio Contravvenzioni. Falso, abuso d’ufficio e truffa i reati ipotizzati dal pubblico ministero Francesco Dall’Olio, a seconda delle singole posizioni, nei confronti degli indagati, ora destinati ad altri incarichi. Gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, guidati da Cosimo Di Gesù, hanno perquisito l’Ufficio Contravvenzioni, dove i cinque hanno prestato servizio fino allo scor so agosto, ed i Dipartimenti Attività Culturali e Sviluppo e Valorizzazione, dove sono attualmente impiegati. I fatti oggetto di accertamenti risalgono ad almeno quattro anni fa. L’annullamento delle infrazioni, secondo quanto emerso in questa prima fase degli accertamenti, sarebbe avvenuto in maniera illecita e tramite la falsificazione di atti.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *