Quarto Natale senza processo per i due marò. Latorre: «C’è sofferenza»

23 Dic 2015 13:42 - di Giovanni Trotta

«Questo è il quarto Natale che si trascorre in queste condizioni. E il fatto di essere in Italia non esime da privazioni e sofferenze. Non è facile, anche se si è qui». Lo dice all’Ansa il fuciliere di Marina, Massimiliano Latorre accusato, con il marò Salvatore Girone, di aver ucciso nel 2012 due pescatori indiani scambiandoli per pirati. Al momento Latorre è in Italia con un permesso speciale concessogli dalla Corte Suprema indiana per curarsi dai postumi di un ictus sofferto nell’ambasciata italiana a Nuova Delhi, dove ora si trova solo Salvatore Girone. Il permesso di Latorre scadrà il prossimo 16 gennaio. Il “regalo” o comunque «il risvolto più bello sarebbe quello che, dopo tanti anni, dopo aver subito tanto, possa essere riconosciuta l’innocenza dei due marò». Lo dice all’Ansa Paola Moschetti, compagna del fuciliere di Marina Massimiliano Latorre. Per Moschetti, il riconoscimento della loro innocenza «sarebbe un sollievo e ci ripagherebbe di tante sofferenze, precedenti e attuali, di varia natura» Moschetti ha aggiunto che «Massimiliano non sta per niente bene: dal punto di vista fisico continua ad avere problemi che gli ha causato l’ictus, problemi di memoria, di vista. Dal punto di vista morale non sta per niente bene».

Questo Natale Girone non tornerà a casa

Per quanto riguarda Salvatore Girone. «purtroppo questo Natale non lo rivedremo a casa. Ma Salvatore è un uomo forte, un uomo delle istituzioni, e incarna il valore e il coraggio degli uomini italiani. Quindi il suo stato d’animo è assolutamente positivo, così come lo è quello della sua famiglia». Così il sindaco di Bari, Antonio Decaro, parlando con i giornalisti del fuciliere di Marina barese, che trascorrerà l’ennesimo Natale in India dove è trattenuto con l’accusa di aver ucciso, nel febbraio del 2012, insieme con il commilitone tarantino Massimiliano Latorre, due pescatori scambiati per pirati. «Spero – ha aggiunto Decaro – che le cose che ho letto in questi giorni, e cioè l’azione del governo anche attraverso gli Stati Uniti, possa permettere a Salvatore di tornare a casa e di aspettare qui, lavorando nel suo paese, la sentenza. Lui – ha sottolineato – è un mio amico, abita vicino casa e i suoi figli vanno a scuola con le mie figlie. L’ho sentito in questi giorni, ci siamo scambiati dei messaggi – ha riferito il sindaco – e domani ci faremo gli auguri. Spero di poter festeggiare per l’ultima volta con lui attraverso degli sms. E – ha concluso Decaro – sono sicuro che l’anno prossimo sarà qui con noi».

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