Lacrime e sangue, non per loro: 2 mln e 400 ai vertici delle banche salvate

9 Dic 2015 19:29 - di Carlo Marini

Lacrime e sangue per i risparmiatori italiani, ma compensi sempre da top manager per i vertici delle nuove banche, Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti. Ammontano infatti in media a 600.000 euro – da quanto si apprende – i compensi di un anno per i Cda e i collegi sindacali dei 4 istituti salvati dal decreto del governo. Nella somma è compreso lo “stipendio” da 400.000 euro complessivi del presidente Roberto Nicastro. Il presidente delle banche ripulite dai crediti deteriorati, nell’operazione che ha visto l’intervento del fondo di risoluzione finanziato dal sistema bancario italiano, ha un compenso (senza bonus o altre voci legate ai risultati) su base annua di 120.000 euro ciascuna per l’incarico al vertice di Banca Marche e di Banca Etruria e di 80.000 euro l’una per le più piccole Carife e Carichieti. Nel complesso Nicastro guadagna un quarto di quanto prendeva fino all’estate come direttore generale di Unicredit, da dove se n’è andato con una buona uscita di circa cinque milioni di euro. Se al suo onorario si sommano quelli dell’amministratore delegato di ciascun istituto, degli altri consiglieri e dei componenti del collegio sindacale il costo per ognuna delle 4 banche risulta in media di 600.000 euro.

La lettera di Nicastro ai risparmiatori delle Banche in crisi

«Il sacrificio più grande è toccato ai possessori degli strumenti di investimento più rischiosi: le azioni e le “obbligazioni subordinate”. Il nostro impegno su tutti i tavoli, territoriali e nazionali, è quello di contribuire a trovare soluzioni compatibili con la rigorosissima normativa europea’». È quanto Roberto Nicastro, presidente delle 4 “Good Bank” scrive in una lettera ai clienti pubblicata sui quotidiani dei territori in cui operano la Nuova Banca Marche, CariFe, Banca Etruria, CariChieti. «Sono stati tutelati i conti correnti, i depositi e le obbligazioni ordinarie delle famiglie e delle imprese – sottolinea Nicastro – e, conseguentemente, anche tantissimi soggetti finanziati, mentre purtroppo, il sacrificio più grande» è toccato appunto a chi ha investito negli strumenti più a rischio. Ma, afferma il presidente, i clienti devono sapere che «prima di tutto noi ci siamo, e siamo pronti a rinnovare il nostro sostegno con la consueta cordialità e professionalità. Siamo pronti a stare al vostro fianco quando avrete la necessità di finanziare i vostri progetti e condividere le vostre scelte finanziarie». «Ci siamo trasformati in Good Bank: ovvero la “banca buona” ha assunto i diritti, le attività e le passività della vecchia banca. La soluzione adottata dalla Banca d’Italia e dal Governo ci assicura risanamento e continuità operativa». Nicastro parla di «rinforzato spirito di fiducia» e conclude: «Anche in un anno non semplice come questo, il numero dei clienti è rimasto stabile, a riprova di una relazione forte, intensa e duratura nel tempo. Ora si apre un nuovo capitolo: facciamo insieme questo cammino!». Per Nicastro sarà un cammino da 400mila euro l’anno.

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