Scuola, occupazioni a macchia d’olio. No al terrorismo e alla scuola renziana
Si allarga a macchia d’olio il numero dei licei e istituti superiori di Roma che in queste ore okkupati degli studenti. Dopo le occupazioni di lunedì del Socrate, Nomentano, Cannizzaro la lista si allunga: si sono aggiunti il Machiavelli e il Leon Battista Alberti, mentre dei tentativi di occupare, non andati a buon fine, ci stati nei licei Orazio, Primo Levi e liceo Peano. «Domani – spiega Aron Vinci della rete degli studenti romani medi – partiranno le mobilitazioni nelle scuole di Bravetta e cioè al Malpighi, Volta e Montale mentre non sono stati ancora coinvolti nelle autogestioni gli istituti superiori del centro di Roma come i licei storici Tasso, Mamiani, Ripetta, Cavour e Virgilio». Secondo la rete degli studenti medi il motivo è da ricercarsi esclusivamente «in una questione organizzativa per quanto alcuni direttori scolastici ci mettono i bastoni fra le ruote con provvedimenti disciplinari». Gli stessi docenti di alcune scuole occupate, come ad esempio quelli del Socrate, si sono dissociati dall’autogestione dei ragazzi lasciando un messaggio sul sito del liceo: «I docenti del Polo liceale Socrate condannano la scelta degli studenti di interrompere con l’occupazione dell’istituto la didattica curricolare ed extracurricolare».
Occupazioni avanti tutta
A spingere gli studenti romani all’agitazione ci sarebbe, oltre alla lotta al terrorismo, l’opposizione alla buona scuola di Renzi. «Si tratta di una riforma discussa in Parlamento ma fuori dal confronto con le scuole: noi occupiamo ma lasciamo gli istituti aperti alla partecipazione di tutta la città», dicono gli studenti in agitazione. Ma non c’è solo questo. «In questa città (Roma, ndr) – spiega Vinci – mancano gli spazi per noi ragazzi e non è accettabile che per discutere sia necessario occupare le scuole: servono luoghi di incontro in ogni quartiere».enti di interrompere con l’occupazione dell’istituto la didattica curricolare ed extracurricolare”. A spingere gli studenti romani all’agitazione ci sarebbe “l’opposizione alla ‘buona scuola’ – spiega Aron Vinci – perchè si tratta di una riforma discussa in Parlamento ma fuori dal confronto con le scuole: noi occupiamo ma lasciamo gli istituti aperti alla partecipazione di tutta la città”. Ma non c’è solo questo. “In questa città mancano gli spazi per noi ragazzi e non è accettabile che per discutere sia necessario occupare le scuole: servono luoghi di incontro in ogni quartiere”, conclude.