Mauro lascia, a “Repubblica” arriva Mario Calabresi: che farà con Sofri?
Mauro Calabresi lascia La Stampa e approda alla direzione di Repubblica. Ezio Mauro ha annunciato il suo addio al quotidiano di Largo Fochetti stamane, durante la riunione di redazione, spiegando che l’addio alla testata che dirige dal 1996 avverrà il 14 gennaio del 2016, giorno del quarantesimo anniversario. In quella data infatti uscì il primo numero del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. Il consiglio di amministrazione, gli ha espresso – informa una nota – “profonda gratitudine per aver saputo garantire al giornale, in questo lungo e difficile periodo, un ruolo di primo piano nel panorama della stampa italiana e internazionale per indipendenza, autorevolezza e innovazione”. Il Consiglio di amministrazione ha quindi designato all’unanimità, quale nuovo direttore con decorrenza 15 gennaio 2016, Mario Calabresi, attuale direttore della Stampa, “figura di primo piano del nostro giornalismo, cresciuto all’interno di Repubblica, ove ha ricoperto i ruoli di caporedattore centrale e di corrispondente da New York”.
Chi è Mario Calabresi
Figlio del commissario Luigi Calabresi, assassinato nel 1972 (quando Mario aveva solo due anni), Mario frequenta l’Istituto per la formazione al giornalismo «Carlo de Martino» di Milano, nel 1998 è all’Ansa come cronista parlamentare, nel 1999 passa a la Repubblica, nella redazione politica. Dal 2000 al 2002 è a La Stampa, per la quale, da inviato speciale, racconta gli attentati dell’11 settembre 2001. Nel 2002 torna a la Repubblica, come caporedattore centrale vicario, e dal 2007 è corrispondente per il giornale da New York, da dove racconta le elezioni presidenziali statunitensi del 2008. Il 22 aprile 2009, a 39 anni, è nominato direttore de La Stampa in sostituzione di Giulio Anselmi. È autore di Spingendo la notte più in là (2007), libro dedicato alle vittime del terrorismo (dal quale è stato tratto uno spettacolo teatrale interpretato da Luca Zingaretti). Dal 15 gennaio 2016, dunque, sostituirà Ezio Mauro alla direzione di Repubblica, proprio il quotidiano che in varie occasioni ha esposto le tesi complottiste sulla morte del padre di Calabresi, ha ospitato e ospita tuttora gli articoli di Adriano Sofri, condannato come mandante dell’omicidio, e gli articoli di varie persone favorevoli alla grazia per lo stesso Sofri.