Macri vince la scalata alla Casa Rosada: «Cambieremo l’Argentina»

23 Nov 2015 12:20 - di

«È una giornata storica, un cambio d’epoca che ci deve portare al futuro». Mauricio Macri è il nuovo presidente dell’Argentina, al ballottaggio ha battuto (51, 4%  contro 48, 5) il suo avversario Daniel Scioli. Una battaglia che si è giocata tutta all’interno del peronismo: da una parte c’era il candidato dell’ala più progressista e dall’altra quella più a destra, ma entrambi sono nel solco dell’insegnamento di Evita Peron e del centrodestra. «Questo cambiamento deve indirizzare la nostra energia nella costruzione dell’Argentina che sogniamo, dalla Terra del Fuoco al nord del Paese», ha detto Macri nel suo primo discorso come presidente eletto agli argentini. «Dobbiamo costruire un’Argentina con “povertà zero”, sconfiggere il narcotraffico, migliorare la qualità della democrazia», ha aggiunto senza nascondere la propria “emozione”.

Macri ricorda gli immigrati

Il presidente ha ricordato gli «immigrati che attraversarono l’oceano senza Facebook e Twitter». Macri, nato a Buenos Aires e con sangue italiano nelle vene ha voluto ricordare gli immigrati «giunti fin qui, dove si sono radicati costruendo una tappa meravigliosa dell’Argentina. Ora tocca a noi». Il leader della coalizione “Cambiemos” ha d’altra parte mandato un messaggio agli altri paesi latinoamericani e «al mondo: vogliamo lavorare con tutti i paesi. Sappiamo – ha concluso – che il popolo argentino ha molto da dare al mondo».

Ecco chi è il nuovo presidente dell’Argentina

Padre italiano imprenditore e miliardario, studi in ottime scuole,  laurea in ingegneria, il “jet set” di Buenos Aires, gli alti e bassi nelle imprese di famiglia, la politica. A 56 anni, Maurico Macri aggiunge anche la Casa Rosada alla sua carriera. Nato a Tandil, nel cuore della fertile pampa di Buenos Aires, Macri ha due divorzi alle spalle. È padre di quattro figli, tra i quali Antonia, avuta quattro anni fa da Julieta Awada, anch’essa di ottima famiglia. I due si sono conosciuti al “Barrio Parque”, il più esclusivo quartiere della capitale. Nell’agosto del 1991 Macri venne preso per strada, infilato in una bara dentro un furgone e rapito. I sequestratori lo tennero nascosto in un appartamento per dodici giorni, fino al pagamento di un riscatto (6 milioni di dollari). Qualche anno dopo diventa presidente del Boca Juniors, dove rimane per dodici anni vincendo con la squadra 17 titoli. Un trampolino di lancio perfetto per la politica: fonda un partito di centrodestra (Proposta Repubblicana, Pro) e nel 2007 diventa sindaco di Buenos Aires, rinnovando poi il mandato per altri quattro anni. Incomincia a puntare in modo esplicito alla presidenza. Qualche mese fa guida la nascita della coalizione di “Cambiemos“, con il “suo” Pro a fare da fulcro: l’alleanza è azzeccata e l’ex ragazzo di buona famiglia del “Barrio Parque” si lancia nella scalata alla Casa Rosada.

Il ballottaggio

Lo scorso 25 ottobre, nel primo turno, il vincitore politico fu Macri che seguiva di poco Scioli. La conferma dell’ascesa di “Cambiemos” si è avuta nel cuore economico del Paese, la provincia di Buenos Aires dove si è imposta Maria Eugenia Vidal, 42enne stella nascente del “macrismo”: forse, la vera sorpresa di questa storica tornata elettorale in Argentina.

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