Hasna, la prima kamikaze in Europa: un’imprenditrice votata al “martirio”

19 Nov 2015 15:46 - di Redazione

Si chiamava Hasna Aitboulahcen ed è destinata a passare alla storia per essere stata la prima donna kamikaze in Europa. Ventiseienne, capelli lunghi e biondi nascosti dal velo, Hasna era una fervente jihadista: era ossessionata dall’idea di unirsi all’Isis e di partire per la Siria. Francese di origini marocchine, aveva una vita “normale”: era stata la responsabile  della Beko construction, una società edile creata nel 2011 a Epinay sur Seine con diecimila euro di capitale sociale e dichiarata in liquidazione giudiziaria già nel marzo del 2014. Un’imprenditrice nata e cresciuta a Clichy la Garenne, periferia Nord di Parigi, a pochi chilometri dalla banlieu di Saint-Denis, il quartiere dove si è fatta esplodere. Lo stesso quartiere dove sono cresciuti i fratelli Kouachi, responsabili della strage a Charlie Hebdo. Era una francese, ma odiava la Francia. Si era candidata per andare in Siria a combattere a fianco dell’Isis e aveva detto di essere pronta al martirio anche in Francia, che definiva «un Paese di infedeli». Era stata intercettata dalla polizia in quanto cugina da parte di madre della “mente” del commando di Parigi, Abdelhamid Abaaoud. Era al centro di tre diverse inchieste: una per droga, una dei servzi segreti, una dell’antiterrorismo. Drammatici gli ultimi momenti prima di farsi esplodere. Momenti registrati da un vicino di casa in un video e pubblicato dalla tv Tfl.  Si sente la polizia urlarle: «Dov’è il tuo compagno? Dov’è?». E lei: «Non è il mio compagno!». Un istante dopo l’esplosione, e la donna diventa la prima kamikaze nella storia a farsi saltare in aria in Francia, e nel cuore dell’Europa.

Kamikaze, gli altri esempi in Medio Oriente

Il fatto che si sia fatta esplodere ha sorpreso molti. Gli uomini del “califfo” al Baghdadi ritengono infatti le donne quanto meno inadeguate per l’azione. Lo Stato islamico, sin dalla sua nascita, ha utilizzato le donne soprattutto come “reclutatrici”, per attirare attraverso il web potenziali combattenti in Occidente. Ma nelle fila dei terroristi palestinesi, o di quelli di al Qaida in Iraq o Afghanistan, o ancora tra quelle del Pkk turco, di Boko Haram in Nigeria, piuttosto che in quelle dei ceceni – dove sono tristemente famose come “le vedove nere” dopo l’assalto nel teatro Dubrovka di Mosca – le attentatrici suicide non sono certo una rarità, ormai da decenni. La prima volta che una donna europea si è fatta saltare in aria risale invece al 2005: si chiamava Muriel Degauque, di Charleroi, in Belgio, 38 anni, convertita all’Islam. Degauque azionò però la sua cintura esplosiva in Iraq, a Baghdad, riuscendo a uccidere soltanto se stessa e un soldato americano del convoglio che aveva preso di mira. E non militava certo tra le fila dell’Isis, che ancora era ben lungi dall’essere “fondato”.

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