Finkielkraut: svegliati Francia, l’islamismo vuole annientarci
Il filosofo Alain Finkielkraut, l’autore de L’identità infelice, (il libro in cui mette sotto accusa l’Occidente che non si riconosce più in nessun valore), riflette sui terribili fatti di Parigi e respinge l’etichetta di “populista” che gli intellettuali progressisti gli hanno affibbiato. “Stiamo vivendo – dice in un’intervista a Le Figaro – la fine della fine della Storia”. L’illusione di un’Europa e di un mondo uniti e pacifici, dominati dal mercato e dalla “fede” nei diritti umani è svanita. Invece dello spirito razionale di Hegel che si fa largo tra il buio delle superstizioni ci troviamo dinanzi l’irruzione della Storia che “ci priva del nostro diritto alla spensieratezza”.
Finkielkraut: svanisce il “sogno elvetico” dell’Ue
Gli spettatori del Bataclan volevano solo divertirsi, non indossavano un’uniforme, eppure sono stati annientati come “empi” e “crociati”. “Con l’Unione europea – continua Finkielkraut – abbiamo voluto instaurare il regno ella pace perpetua. Il nostro sogno elvetico ora si è frantumato sulla realtà dell’islamismo. Dell’odio che prova per noi questo nemico non ha mai fattomistero eppure abbiamo trascurato di identificarlo”. Secondo il filosofo francese l’islamismo non è tutto l’Islam ma non ne è nemmeno una parte irrilevante e non è una creazione dell’Occidente “cattivo” ma la trasformazione dell’obbligo della jihad in un progetto di conquita. E’ nell’Islam che l’islamismo trova alimento per fare della religione un’ideologia di oppressione. Occorre inquadrare il problema prima che sia troppo tardi, combattendo il terrorismo fin dai banchi di scuola, perché è a scuola che una nazione salvaguarda e fa crescere la propria identità. E occorre anche “controllare i flussi migratori perché più arrivano immigrati dal mondo arabo-musulmano più la comunità nazionale si frammenta”.