Fassina: appoggeremo i candidati di Grillo. Ma il M5S non gradisce

10 Nov 2015 11:23 - di Alberto Fraglia

Eccezionalità e normalità. Ecco il dilemma che scuote la sinistra dopo la nascita della “Cosa Rossa” di Fassina, D’Attorre e compagnia. Per il neonato gruppo parlamentare, frutto della ennesima scissione in casa del Pd renziano, l’alleanza con quest’ultimo partito nelle prossime elezioni amministrative è tutt’altro che scontata. “Col Pd di Renzi siamo alternativi – spiega in tv l’ex dem Stefano Fassina – con loro c’è un confronto ma anche una competizione”. Tradotto sul piano pratico la nuova formazione politica (la cui costituzione ormai è nei fatti) ciò significa che in un eventuale ballottaggio tra candidati del Pd e di Cinquestelle, la Cosa Rossa non disdegna affatto di appoggiare quest’ultimo. Ovviamente, Fassina, usa il politichese per giustificare una scelta che troverebbe, a suo dire, attinenza sul piano programmatico rispetto a chi ha bollato con dileggio la fuoriuscita dalla casa madre di parlamentari, da tempo in aperta polemica con il premier. Per riprendere il binomio precedente, a sinistra del Pd si ritengono ormai normali i distinguo ed eccezionali le convergenze con gli ex compagni di partito. Insomma, il caso Liguria dove la sinistra divisa ha spianato la strada al centrodestra rischia di ripetersi anche a Roma, Napoli, Milano, ovunque il gradimento del candidato del Pd dovesse equivalere a zero. E’ evidente che le dichiarazioni dei Fassina e dei D’Attorre provocano più di qualche problema nel centrosinistra. E le reazioni sul versante renziano non si sono fatte attendere. Anche se la parola d’ordine che trapela da Palazzo Chigi è quella di minimizzare, dileggiare, marginalizzare. Il bello è che per i grillini l’alleanza con la Cosa Rossa no appare digeribile. “Il Movimento 5 stelle può accettare convergenze sui temi una volta eletti nelle sedi costituite, ma non fa alleanze. Di nessun tipo. Di certo, non per spartirsi le poltrone”, dice Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza Rai ed esponente di spicco del direttorio M5S, in un’intervista a Repubblica. “Penso che Fassina, D’Attorre e coloro che hanno deciso di staccarsi dal Pd abbiano fatto bene, ma credo anche che siano in un ritardo micidiale – sottolinea Fico – creare l’ennesima ‘cosa di sinistra'” un po’ “anacronistico”. “Le persone possono votare quello che vogliono se il programma le convince, ma questo non ha niente a che fare con alleanze elettorali”, chiarisce. Il Movimento corre da solo.

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