“C’eravamo tanto amati”: in crisi il flirt tra Bankitalia e il governo Renzi
Sembra già finito l’idillio tra Bankitalia e governo e sembra passato un secolo da quando – solo poche settimane fa – il governatore Ignazio Visco applaudiva a scena aperta le scelte di Matteo Renzi. Ora la musica è decisamente cambiata e nelle analisi dell’istituto di via Nazionale i dubbi cominciano a sopravanzare le certezze. E che dubbi: uso del contante («Un limite anche basso va mantenuto»), taglio alle tasse («Ridurre i carico fiscale sui fattori produttivi aiutano la crescita meglio degli alleggerimenti sul patrimonio»), consistenza della crescita del Pil («La ripresa è avviata, ma resta necessario consolidarla»). Insomma un’analisi in chiaroscuro quella offerta nel corso dell’audizione del vicedirettore generale della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini sulla legge di stabilità.
Le perplessità di Bankitalia sulle misure di Palazzo Chigi
Il rappresentante di Bankitalia ha ovviamente sviluppato i tre temi con argomentazioni sulle quali Palazzo Chigi difficilmente potrà ignorare. Sull’innalzamento del contante a 3000 euro non si sbilancia più di tanto pur lasciando intendere che la decisione del governo alche problema lo pone. «È consigliabile – ha detto Signorini – mantenere un regime più severo per le attività più esposte a contaminazioni, quali i money transfer. I limiti all’uso del contante non costituiscono ovviamente – ha sottolineato ancora Signorini – un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, specie per il grande riciclaggio, ma introducono un elemento di difficoltà e di controllo sociale che può ostacolare forme minori di criminalità e di evasione. L’esistenza di una soglia scoraggia in via generale una circolazione di banconote troppo ampia, tale da fornire materia a transazioni illecite».Tiene tuttavia a precisare che non esiste una soglia standard: «Quanto più la soglia è bassa tanto meglio è, ma ci sono limiti pratici da considerare. Non vi sono quindi elementi per escludere a priori l’opportunità di un innalzamento del limite generale da mille a tremila euro; converrà, se il Parlamento decide di andare in questa direzione, monitorare nel tempo i risultati».
Il monito: «Tagliare le tasse sul lavoro aiuta la crescita»
Capitolo ripresa: «Le informazioni più recenti – ha spiegato il vicedirettore generale – confermano la prosecuzione della ripresa» e la crescita del Pil potrà «avvicinarsi all’1 per cento». Tutto sommato – fa sapere Bankitalia – «lo scenario macroeconomico programmatico» del governo «è in complesso condivisibile», ma resta «necessario consolidatela ripresa» perché «sono ancora elevati i rischi provenienti dall’economia globale». Infine, il taglio delle tasse sulla casa. Per Signorini, le misure che riducono il carico fiscale sui fattori della produzione «appaiono meglio in grado, rispetto ad alleggerimenti delle imposte sul patrimonio, di innalzare la crescita nel medio periodo».