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Bimbo con due mamme, il prefetto annullerà il certificato di De Magistris

Bimbo con due mamme, il prefetto annullerà il certificato di De Magistris

Home livello 2 - di Redazione - 4 Novembre 2015 - AGGIORNATO 4 Novembre 2015 alle 15:45

È scontro tra De Magistris e il prefetto di Napoli. La trovata del sindaco di trascrivere all’anagrafe il bimbo nato da “due mamme” è destinata a fallire miseramente. Il prefetto Gerarda Pantalone ora è pronto ad annullare l’atto, su cui c’è scritto: Daniela Conte. padre. Marta Loi, mamma (nella foto tratta dal sito dell’arcigay).

Il bimbo con due mamme: il caso

A metà ottobre l’Ufficio Stato civile del Comune di Napoli aveva registrato l’atto di nascita di Ruben, nato a Barcellona il 3 agosto e “figlio” di due donne italiane, una napoletana e una sarda “regolarmente sposate” in Spagna. Un’iniziativa che aveva provocato accese polemiche, perché registrando l’atto di nascita del piccolo Ruben e trascrivendo i cognomi delle due donne, l’anagrafe di Napoli aveva creato un precedente: aveva riconosciuto in Italia una realtà giuridica che è valida all’estero.

L’altolà del prefetto

A dare l’altolà al sindaco è stato il prefetto Gerarda Pantalone. Una settimana fa aveva chiesto a De Magistris  di modificare l’atto e di lasciare solo il cognome della madre biologica. Avvertendo che in caso contrario interverrà direttamente la prefettura. Grazie, infatti, alla recente sentenza del Consiglio di Stato – che boccia la trascrizione delle nozze gay celebrate all’estero “con la motivazione che in Italia sono validi solo i matrimoni tra persone di sesso differente” –  la prefettura può procedere d’ufficio. Ora è arrivato il nuovo intervento: «Se non ci sarà una risposta positiva all’invito-diffida rivolto al sindaco, provvederò d’ufficio ad annullare la trascrizione». Il termine in cui l’amministrazione comunale deve rispondere alla diffida della prefettura è fissato per il 5 novembre. Il prefetto Pantalone ha sottolineato che «c’è massimo rispetto tra istituzioni» e che nel rapporto con il sindaco «non c’è alcuna incrinatura». «Svolgo i doveri del mio ufficio – ha aggiunto – in materia di vigilanza sullo Stato civile degli enti locali affinché vengano attuate le norme secondo disposizione di legge. Ognuno agisce nell’adempimento delle proprie funzioni. Lo so io e lo sa il sindaco». Ma De Magistris prosegue ad oltranza e sfida le istituzioni: «Se dovesse arrivare un atto formale dal prefetto, adiremo l’autorità giudiziaria. Noi non abbiamo proceduto e non procederemo fino alla scadenza naturale della diffida, poi vediamo cosa farà la prefettura».

 

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4 Novembre 2015 - AGGIORNATO 4 Novembre 2015 alle 15:45