Aumentano le morti bianche. Cento in più per l’Inail, ma il dato è parziale
Gli infortuni sul lavoro sono in calo ma non è così per i casi mortali, che, dati aggiornati a fine ottobre in base alle denuncia arrivate, sono circa 100 in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Così organi dell‘Inail, nel giorno dell’Assemblea sull’Amianto, spiegando che è in corso uno studio per appurare e comprendere le cifre. Tra l’altro l’Italia continua a mantenere il triste primato delle morti sul lavoro rispetto al resto dell’Europa. Secondo l‘Osservatorio indipendente costituito a Bologna su base volontaria, il numero delle vittime sui luoghi di lavoro dal 1 gennaio al 30 novembre di quest’anno, è di 644 decessi. Con le morti sulle strade e in itinere la stima dei morti sale a 1300. Nel novembre del 2014 erano il 6,5% in meno. Occorre tener presente, rileva l’Osservatorio, che nelle statistiche delle morti bianche lo Stato considera anche le vittime sulle strade. Ci sono alcune categorie come per esempio le Partite Iva individuali, Vigili del Fuoco, Poliziotti, Carabinieri, lavoratori in nero, pensionati in agricoltura e tanti altri che non rientrano tra i morti monitorati dall’Inail. Il settore agricolo è quello dove avviene il maggior numero di incidenti mortali. Secondo recenti statistiche un morto su 5 di tutte le morti avvenute in agricoltura (il 33,8% del totale) sono state provocate dal trattore. L’edilizia è al 23%. Agricoltura e edilizia rappresentano insieme il 50% delle vittime. Gli stranieri sono stati il 10,3 . La nazionalità con più vittime tra gli stranieri è quella romena.