Truffa alla sanità pubblica da 7,5 milioni: ai domiciliari medici e dirigenti

21 Ott 2015 11:34 - di Redazione

I carabinieri del Nas di Roma, hanno eseguito 17 misure restrittive di cui 14 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 3 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti di dirigenti, medici e operatori della casa di cura privata “Ospedale Specializzato Israelitico” di Roma. Tra gli arrestati c’è anche l’ex direttore generale dell’Ospedale, Antonio Mastrapasqua, attualmente ai domiciliari. Le ipotesi di reato sono falso e truffa alla sanità pubblica. I provvedimenti emessi dal gip del Tribunale di Roma sono riconducibili alle risultanze investigative raccolte nel corso di un’indagine condotta dal Nas  di Roma e coordinata da un pool della Procura della Repubblica della Capitale relativamente alle ipotesi di reato di falso e truffa in danno della sanità pubblica. Contestualmente ai 17 provvedimenti cautelari, l’Autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo per equivalente pari all’ammontare di 7,5 milioni di euro, somma riconducibile alla indebita richiesta economica eccedente le prestazioni realmente erogate della struttura ospedaliera.

Truffa alla sanità: Mastrapasqua tra gli arrestati

Ricordiamo che già nel gennaio dello scorso anno era emerso che Mastrapasqua, noto per i 25 incarichi in consigli di amministrazione e collegi sindacali e all’epoca anche presidente dell’Inps e vicepresidente di Equitalia, era indagato per questa vicenda, incentrata sulle schede di dismissione “taroccate” per ottenere dalla Regione Lazio milioni di euro di rimborsi non dovuti. Un controllo dell’Asl Roma D su alcune prestazioni dell’Ospedale Israelitico di Roma, portò alla luce diverse incongruenze. Si trattava in particolare di alcune fatture per semplici interventi odontoiatrici per cui però venivano richiesti alla Regione Lazio rimborsi da intervento con ricovero, più onerosi, e questo nonostante la struttura non avesse quel tipo di accreditamento. Dai controlli successivi emerse che tra il 2006 e il 2009 questo accadeva nella stragrande maggioranza dei casi verificati, il 94% delle cartelle cliniche.

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