Tra slide e tweet Renzi illustra la legge di Stabilità. Ma si ferma ai titoli

15 Ott 2015 17:32 - di Alberto Fraglia

Tra annunci, slide e tweet va in  scena nella sala stampa di Palazzo Chigi la presentazione della legge di Stabilità per il prossimo anno. E mentre alle sue spalle si proiettano i grafici con titoli ad effetto (anche se non sempre veritieri sul contenuto della manovra) Matteo Renzi lancia l’hastag #italiacolsegnopiù. Tono euforico, solita impudenza verbale, pizzicate polemiche rivolte a chi rema contro. Il premier non risparmia battute. E cerca di presentare la manovra del governo manco fosse la mano santa per farci uscire definitivamente dalla crisi. “Fino a qualche tempo fa il mondo tirava, l’Italia arrancava – dice Renzi – Adesso l’Italia è ripartita e il mondo non si sente benissimo”. Bontà sua. Peccato che la realtà sia molto diversa da come il premier la descrive. Diverse anche le previsioni dei tagli alla spesa pubblica. La famosa spending review si ferma a 5 miliardi. Nel lavoro del commissario Cottarelli, e di chi ha preso il suo posto quando si è dimesso, erano molti di più. Per avere una riduzione delle tasse, le imprese dovranno aspettare il 2017. Sempre che tutto vada bene. L’Ires al 24 per cento per le imprese è legato, come si sa, al margine di flessibilità concesso all’Italia in sede europea. Obiettivo non facile da raggiungere. Quanto al resto nella legge di Stabilità vengono confermate le anticipazioni dei giorni scorsi: dal taglio della Tasi all’arrivo dei “super ammortamenti”, dal canone Rai alle misure di sostegno al Sud. Scompare la tassa sulla prima casa. E questa è una buona notizia. Lo aveva già fatto il governo Berlusconi. Ma poi Monti l’aveva ripristinata. Chi investe nell’azienda con macchinari e interventi strutturali riceve uno sconto: potrà ammortizzare al 140 per cento, anziché al 100 per cento. Il canone Rai scende a 100 euro. Resta l’idea balzana di introdurlo nella bolletta elettrica, con il rischio di alimentare ricorsi e produrre iniquità. Crescono i fondi per la cooperazione internazionale, soprattutto in Africa: 121 milioni nel 2016 poi saliranno a 260 milioni. E’ il prodotto della recente visita del premier in quei Paesi. Un sospiro di sollievo per le imprese agricole le cui difficoltà sono sotto gli occhi di tutti. Azzerata l’Irap, verrà cancellata l’Imu. Arriva anche un fondo di 400 milioni per il sociale, sulla legge per il dopo di noi e l’aumento del servizio civile. Al momento, però, la legge ancora non c’è.

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