Salvini apre a NCD: si va verso Lupi candidato sindaco del centrodestra a Milano
Milano, via Carlo Bellerio, quartier generale della Lega. Lunedì pomeriggio. Luca Zaia, Roberto Maroni e Matteo Salvini si stringono la mano alla maniera dei moschettieri del rè di Dumas, quelli del «uno per tutti tutti per uno». I volti rilassati quanto basta per confermare che nel consiglio federale non si è parlato di alleanze politiche ed equilibri intemi, argomenti che hanno agitato (e agitano perché le tensioni restano) le giornate del Carroccio.
Pace fatta tra Salvini e Maroni
«La riunione è stata dedicata a questioni organizzative», come la manifestazione bolognese dell’8 novembre che, annuncia Salvini correggendo un po’ il tiro, «non sarà una giornata per bloccare il Paese, ma per liberarlo da Renzi e dalle sue riforme che uccidono i territori». Salvini annuncia «500 pulman già pieni» e un «tavolo settimanale dei sindaci per fare blocco contro i nuovi tagli agli enti locali». Tagli che dovrebbero entrare nella finanziaria che dovrebbe essere presentata giovedì e che, parola di Salvini, «dirà chi vuoi stare col governo Renzi-Alfano che chiude asili e ospedali o chi preferisce un progetto per aprime di nuovi».
Stilettate di Salvini a NCD, ma a Milano il centrodestra sarà unito
Questa, però, resta l’unica punzecchiatura ad Ncd dell’intera giornata. Anzi, Salvini ha parole al miele per i centristi lombardi «stanno rispettando i patti. Sono orgoglioso del governo di regione Lombardia» e spiega: «le porte della Lega sono aperte a tutti quelli che vogliono sposare il nostro progetto di tutela dei territori e dell’autonomia». Parole che hanno fatto breccia in Ned che, proprio ieri, si è riunito al Pirellone per fare il punto coi parlamentari. I «regionali» sono stati molto chiari, manifestando ai «romani» una certa insofferenza verso la politica del partito. A dare fastidio, soprattutto, il fatto di dover essere sempre loro, e non i parlamentari, a rispondere a muso duro a Salvini ogni volta che critica Alfano. «Non vogliamo finire nelle beghe tra leader nazionali – dice un esponente di Ncd – così come non ci piace essere usati nelle diatribe tra Salvini e Maroni». La riunione è finita con una precisa missione che l’Ncd lombardo si è dato: «traghettare il partito nel centrodestra». Dai rumors sembra che ieri si sia affrontato anche il nodo del simbolo in un’eventuale alleanza milanese: il «marchio» Ncd al Nord non tira e nessuno si ribellerebbe ad una lista civica «generica». Una strada – si legge su “Libero” – che potrebbe aprire le porte alla candidatura di Maurizio Lupi, che dopo aver incassato il sì di Maroni, ha registrato pure il «ni» di Salvini.