Roma, addormentavano e derubavano le vittime: arrestate quattro donne rom

6 Ott 2015 12:07 - di Martino Della Costa

Rapine al sonnifero: è l’ultima modalità di furto in voga tra i nomadi? sembrerebbe di sì, almeno stando agli ultimi casi registrati dalla cronaca, culminati nel fermo di quattro donne rom arrestate dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Monte Sacro, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica.

Rapine al sonnifero, arrestate quattro donne rom

Il provvedimento è scaturito da un’attività d’indagine avviata dai militari a seguito di 2 rapine in abitazione compiute nel mese di gennaio 2014 ai danni di due persone anziane, residenti nei quartieri Talenti e Tufello. Identico il modus operandi: i due, dopo essere stati contattati telefonicamente da finte badanti in risposta ad un annuncio, venivano narcotizzati con un potente sonnifero. Una strategia articolata, quella messa in atto dalle quattro donne rom, e suddivisa in diverse fasi operative, come a voler dimostrare un rpogressivo assottigliamento delle armi criminali. Non più effrazioni e saccheggi casuali, ma lo studio e l’individuazione del bersaglio, su cui agire a più riprese. E allora, le ladre rom scoperte e fermate dalle forze dell’ordine, prima contattavano le prede designate con una falsa scusa, poi, una volta assicuratesi l’ingresso in casa, provvedevano ad addormentare le loro vittime col sonnifero,per poi depredarle una volta narcotizzate di cellulari, orologi, monili in oro e di quant’altro potesse essere facilmente trasportato senza dare nell’occhio. Ma il piano perfetto, come noto, non esiste, almeno non a questi livelli di criminalità ordinaria, e così, una volta caduti in un sonno profondo, i malcapitati si risvegliavano solo dopo diverse ore, scoprendo sul momento che la loro abitazione era stata svaligiata.

Una delle vittime è finita in coma

Lo studio dei tabulati telefonici ha consentito ai militari dell’Arma di individuare una rosa di sospettati; quindi l’attenzione si è concentrata su donne con precedenti specifici, di cui è stata accertata la responsabilità nella commissione di ben 13 rapine ai danni di altrettanti anziani. Il bottino dei furti, infatti, quantificato in diverse migliaia di euro, è stato quindi via via venduto a privati attraverso l’opera di intermediazione di un insospettabile soggetto italiano, operante nel settore dei “compro oro», ma sentimentalmente legato alla figlia di una delle arrestate. Nel corso delle indagini, i Carabinieri hanno sorpreso e arrestato in flagranza di reato una delle donne destinatarie del provvedimento di cattura mentre si allontanava dall’abitazione della vittima di turno, un novantenne residente a Piazza Sempione, totalmente incurante del rischio che l’anziano stava correndo: solo il tempestivo intervento dei Carabinieri, infatti, ha fatto si che venisse scongiurato il rischio di morte dell’anziano signore, cardiopatico, che è stato costretto addirittura al ricovero sopedaliero a causa dell’eccessiva somministrazione del farmaco narcotizzante che lo gha ridotto in coma per diversi giorni. Le quattro arrestate, indagate per i reati di rapina aggravata, ricettazione e possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, si trovano nel carcere di Rebibbia. Un uomo, anch’egli destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, complice delle donne, è deceduto nel corso delle indagini.

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