Popolare di Spoleto, il governatore di Bankitalia Visco indagato per truffa

20 Ott 2015 15:12 - di Mauro Achille

Bocche chiuse in Procura a Spoleto. “Di questo non parlo”. E’ fermo ma cortese il procuratore di Spoleto Alessandro Cannevale con i cronisti che gli chiedono dell’inchiesta che – secondo quanto scrive Il Fatto Quotidiano– coinvolgerebbe il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco in relazione alle vicende della Bps. Il magistrato non ha voluto in alcun modo rispondere a domande sulla vicenda.Tuttavia, l’iscrizione nel registro degli indagati di Ignazio Visco è confermata da atti della stessa procura. Da un certificato di “comunicazione d’iscrizione a registro” di una parte offesa emerge che Visco è indagato dal 28 gennaio 2015 per concorso in corruzione, abuso d’ufficio e truffa, e “infedeltà a seguito dazione o promessa di utilità”. A darne notizia è stato, come detto, il Fatto Quotidiano. Il giornale scrive che il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco sarebbe indagato, insieme ad altre persone, dalla Procura di Spoleto in un’inchiesta, per corruzione e truffa, sul commissariamento della Banca Popolare di Spoleto (Bps) e la successiva vendita a Banca Desio, avvenuta lo scorso anno. Il commissariamento è stato poi annullato dal Consiglio di Stato.

Ignazio Visco sotto inchiesta da gennaio

L’inchiesta della magistratura umbra, diretta dal pm Gennario Iannarone, coinvolge – scrive Il Fatto -, quali indagati, i commissari nominati da Bankitalia (Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro e Nicola Stabile), i componenti del comitato di Sorveglianza (Silvano Corbella, Giovanni Domenichini e Giuliana Scognamiglio) e l’attuale presidente di Bps, Stefano Lado, che è vicepresidente di Banco Desio. Il commissariamento di Bps e della cooperativa Spoleto Crediti e Servizi (21 mila soci), che controllava l’istituto al 51%, fu deciso da Bankitalia dopo un’ispezione avviata nel 2012. Nel 2014 – è la ricostruzione del quotidiano – i commissari decisero di vendere Bps a Banco Desio. La quota di Spoleto Credito e Servizi scese al 10%, con grave danno economico per i soci della cooperativa. Nello scorso mese di febbraio il Consiglio di Stato ha annullato sia il commissariamento di Bps, sia quello di Spoleto Crediti e Servizi, per cui sono stati promossi ricorsi da parte dei soci della coop per l’annullamento degli atti dei commissari, compresa la vendita dell’istituto di credito. L’intera vicenda, attraverso alcuni esposti, è finita anche all’esame della Procura di Spoleto, che ha avviato approfondimenti sul commissariamento e sulla vendita di Bps, iscrivendo nel registro degli indagati – secondo quanto scrive Il Fatto – tra gli altri, il nome del governatore di Bankitalia e dei commissari di Bps.

Il commissariamento  “illegittimo” di Visco confermato dal Mef

Il commissariamento della Banca Popolare di Spoleto e della controllante Spoleto Crediti e Servizi – vicende oggetto dell’inchiesta della magistratura  – era stato confermato dal Ministero dell’Economia dopo l’annullamento da parte del Consiglio di Stato. Alla luce delle pronunce del giudice amministrativo e dell’esigenza di evitare qualsiasi incertezza sulla stabilità dei rapporti della clientela, la Banca d’Italia aveva reiterato “ora per allora” le proposte al ministero dell’Economia di amministrazione straordinaria. Con i provvedimenti 149 e 150 del 20 aprile 2015, adottati su proposta dell’Istituto centrale, il Mef aveva reiterato i decreti ministeriali di amministrazione straordinaria con effetto a partire dall’8 febbraio 2013, quando era cominciato il commissariamento.

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