Muro di NCD contro le unioni civili, ma i grillini aprono al testo del PD: “lo votiamo”

8 Ott 2015 6:18 - di Redazione

Il disegno di legge, che porta la firma di tutti i membri Pd m commissione Giustizia, scaturisce da un lavoro certosino «in punta di diritto» e da una lunga mediazione che ha visto come protagonisti il senatore dem Giorgio Tonini, anima cattolica di Palazzo Madama, Monica Cirinnà, e gli uffici legislativi. Le modifiche ci sono state. E sono in larga parte di carattere “formale”. Si eliminano i richiami all’art.29 della Costituzione, che riguarda il matrimonio, e si riducono ai minimi termini i riferimenti al codice civile. In particolare, il prologo del provvedimento, come richiesto dai cattolici del Pd, introduce «il nuovo istituto dell’unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale». Che, spiegano, implicitamente rimanda all’art.2 della Costituzione.

Il nuovo testo del PD non supera la stepchild adoption, premessa per l’utero in affitto

Restano invariate – scrive “la Repubblica” – i due capitoli che dividono la maggioranza: la reversibilità delle pensioni per le coppie omosessuali lo stepchild adoption. Nel caso della reversibilità, si legge nel testo, è prevista la copertura finanziaria mediante l’utilizzo del “Fondo per gli interventi strutturali di politica economica”, che stanzia 3,7 milioni di euro a partire dal 2016, e di un altro fondo di via XX Settembre. Anche lo stepchild adoption, la possibilità di adottare il figlio del partner, non muta. E divide non solo la maggioranza. Ma anche il Pd. I cattolici del Nazareno annunciano che presenteranno un emendamento «dove proporremo l’affidamento per casi particolari». Accolta, invece, una richiesta del Ncd. Due minorenni, infatti, non si potranno legare come unione civile. E viene confermato il “divieto di adozione del figlio di terzi”.

M5S pronta a sostituire NCD sulle unioni civili: grillini di lotta e di governo

A questo punto l’obiettivo del governo è quello di incardinare il provvedimento subito dopo l’approvazione della riforma del Senato. «Nessun passo indietro», si sfoga la dem Monica Cirinnà. La quale ritiene che ci sia ancora una finestra tra il 14 e il 23 ottobre per dare il via libera al disegno di legge. Con o senza il Ned di Angelino Alfano. D’altro canto, esiste già una maggioranza differente sulle unioni civili. In una nota i senatori del M5s assicurano di essere pronti a sostenere il testo a patto che l’esame parta il 13, come promesso.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *