Malattia del Papa, il caso si sgonfia. Fukushima: «Mai curato Francesco»
Sulla ipotizzata e dibattuta malattia del Papa «sono state scritte tante falsità, non ho mai curato il Pontefice: l’ho incontrato solo una volta e non credo si ricordi di me». A sorpresa, sulla controversa vicenda del presunto male che avrebbe colpito Papa Francesco, irrompe il neurochirurgo giapponese Takanori Fukushima, che rompe il silenzio e in una telefonata con l’Ansa, dalla casa americana di Raleigh, in Nord Carolina, esprime stupore per «l’inattesa sovraesposizione mediatica».
L’ombra della malattia sul Sinodo
Un clamore, quello del presunto male che avrebbe colpito la salute del Pontefice, che ha convogliato intorno allo scoop di Qn l’attenzione del mondo e dei media internazionali. Una situazione che ha turbato i fedeli, sconvolto l’opinione pubblica, destato l’indignazione del Vaticano che, ancora oggi, attraverso l’intervista rilasciata al Corriere della sera dal cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere maggiore, non ha esitato a rispedire al mittente ipotesi e congetture, rilanciando la veridicità della sconfessione immediata della voce, smentita confermata poi a più riprese. «La notizia falsa di una malattia del Papa? Certe cose le lascerei sempre cadere – stigmatizza il porporato – così si smorzano come meritano, se no si finisce per ingigantirle. Di certo, se qualcuno cerca di condizionare il Sinodo, non condiziona un bel niente». «Qualunque cosa accada fuori – conclude il cardinale – i padri sanno ciò che devono fare e ognuno dice con lealtà e chiarezza ciò che si sente, in modo costruttivo. È chiaro che ci siano sensibilità, esperienze e provenienze diverse, ma anche se dall’esterno si vogliono dare chiavi di lettura particolari, alla fine siamo uno, tutti cattolici: la nostra relazione mi pare eloquente».
La teoria del complotto
E sulla questione dello scoop e della sua smentita relative alla presunta malattia del Santo Padre è intervenuto nelle ultime ore, ancora una volta, il direttore di QN Andrea Cangini che, in un’intervista a il Tempo, da parte sua ha ribadito. «Quella del complotto è una cosa grottesca, ma è anche un tipico vizio italiano coniugare elementi spuri, che non hanno niente a che vedere l’uno con l’altro, e intravedere una regia, un disegno, quasi mai vero. Mettere insieme il coming out omosessuale dell’allegro monsignor Charamsa, la pubblicazione della lettera al Papa firmata da tredici cardinali e poi la notizia data dal nostro giornale, come fossero parte di un unico piano, è demenza pura». Non solo, a stretto giro il direttore aggiunge anche, a conferma di quanto scritto e ribadito dal suo giornale, che «quello che abbiamo scritto è stato verificato. Garantisco che non abbiamo nessuna intenzione di spalleggiare guerre intestine in Vaticano. Il primo elemento sulla malattia del Papa lo abbiamo avuto prima dell’estate, ma non conoscevamo i dettagli. Abbiamo tenuto la notizia ferma proprio per verificarla», è tornato a spiegare Cangini. «Il fatto che sia stata pubblicata durante il Sinodo, cosa che autorizza i dietrologi a vederci tracce di un complotto, è puramente casuale». Ma, se sulla smentita dei collaboratori del neurochirurgo Cangini si è limitato a rilevare come «fa tutto parte delle smentite che ci aspettavamo. Per un medico sarebbe gravissimo tradire la fiducia e la riservatezza di un proprio paziente», come commenterà l’entrata in causa diretta ed efficace del luminare nipponico?