La lobby delle femministe contro Cameron: è guerra degli assorbenti
Un’alleanza trasversale di parlamentari della Camera dei Comuni – laburiste, ma anche del Partito conservatore al governo – si è messa insieme come una grande armata Brancaleone con l’obiettivo di attaccare e mettere di nuovo in difficoltà il premier britannico David Cameron su una materia delicata come le tasse: questa volta nel mirino di questo esercito di Masaniello c’è un tema piuttosto specifico, l’Iva (Vat) sui prodotti per l’igiene intima, subito ribattezzata con fulminante efficacia “tampon tax” ovvero la tassa sugli assorbenti.
La contestazione che i nemici giurati di Cameron hanno messo in atto contro il premier nasce dal fatto che l’aliquota per questo tipo di prodotti è più alta rispetto a quella di oggetti quali, per esempio, i rasoi da barba. Ed è ovvio che, stando così le cose, non poteva mancare rigurgito femminista.
Cameron, dal canto suo si difende sottolineando che si tratta dell’effetto di una direttiva Ue, ma le deputate dissenzienti, delle vere e proprie erinni, non si arrendono e fanno ora fronte comune contro Cameron, chiedendo al governo di negoziare in sede europea una revisione.
La polemica, che va avanti da mesi, riemerge in un momento assai difficile sul fronte della politica fiscale per il governo, costretto a subire una battuta d’arresto alla Camera dei Lord su un progetto di tagli agli sgravi.
Proprio a questo riguardo, Cameron è stato sfidato nel question time di oggi dal leader dell’opposizione laburista, Jeremy Corbyn, che chiede di rivedere il provvedimento senza penalizzare le categorie svantaggiate in nome dell’austerità. Ma ha replicato che l’eventuale mancato taglio di sgravi fiscali rischia di ripercuotersi inevitabilmente su settori sensibili come la sanità pubblica e la polizia, pur rinviando indicazioni più precise alla manovra correttiva che il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, illustrerà il 25 novembre.