La giornalista inglese impiccata a Istanbul aveva 2300 euro con sé

20 Ott 2015 18:47 - di Giovanni Trotta

Si infittisce il giallo della donna inglese trovata impiccata all’aeroporto di Istanbul. Al momento della morte Jacqueline Anne Sutton, l’ex giornalista della Bbc trovata impiccata sabato notte in una toilette dell’aeroporto Ataturk di Istanbul, aveva 2.300 euro nel suo portafogli. Lo sostiene il quotidiano Haber Turk. La circostanza che accresce ulteriormente il mistero intorno alla fine della donna visto che i media locali, citando la polizia turca, avevano parlato di una sua crisi nervosa prima del presunto suicidio dovuta a una supposta mancanza di denaro. La donna avrebbe dovuto acquistare un nuovo biglietto aereo dopo aver perso il volo che avrebbe dovuto portarla a Erbil, in nord Iraq, dove si trovava il suo ufficio come direttrice locale dell’Iwpr (Insitute for War and Peace Reporting). Secondo quanto riportato da alcuni media, inoltre, ci sarebbe stato un guasto alle telecamere di sicurezza nella zona dell’aeroporto dove si trovava Sutton prima di morire. La circostanza non è però stata confermata ufficialmente. Intanto un video che documenta le ultime ore di vita di Jacqueline Anne Sutton è stato diffuso dall’agenzia di stampa turca Ihlas.

Spunta un video con gli ultimi minuti della giornalista

Nelle immagini, girate dalle telecamere di sicurezza dello scalo, si vede la donna che chiede informazioni ad alcuni addetti dell’aeroporto 48 minuti dopo la mezzanotte tra sabato e domenica, circa mezz’ora dopo la partenza prevista del volo che aveva perso per Erbil, nel nord Iraq, dove si trovava il suo ufficio come direttrice locale dell’Iwpr. Successivamente il video torna ai momenti precedenti, mostrando Sutton che passa attraverso alcune porte alle 22:03, pochi minuti dopo l’arrivo del suo volo da Londra. Poi la si vede con uno zaino in spalla, una borsa a tracolla e un sacchetto in mano camminare per l’aeroporto alle 23:14 e ancora 28 minuti dopo la mezzanotte. Nel video, che dura circa un minuto e mezzo, non sembra emergere alcuna dinamica sospetta. Ad accrescere ulteriormente il mistero intorno alla morte di Sutton c’è la fine del suo predecessore all’Iwpr, Ammar Al Shahbander, ucciso con altre 17 persone in un’autobomba esplosa il 2 maggio scorso a Baghdad. A Londra la donna si era recata, tra l’altro, proprio per partecipare a una cerimonia in sua memoria. Ma secondo la stessa ong non ci sarebbero per adesso ragioni per pensare a un collegamento tra le due morti. Al momento le autorità britanniche restano prudenti, spiegando solo di aver prestato assistenza alla famiglia e di essere in contatto con quelle turche. In tanti invocano però un coinvolgimento diretto del Foreign Office, nella speranza di approfondire indagini che sembrano essersi chiuse troppo rapidamente.

 

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