Eutanasia, due anni di libertà vigilata per il “dottor morte” francese
Il medico francese Nicolas Bonnemaison, 54 anni, accusato di aver praticato l’eutanasia attiva avvelenando sette persone in fin di vita per abbreviare la loro agonia, è stato condannato in appello a due anni di carcere con la condizionale, ma solo per uno dei casi a lui contestati. Nel processo di primo grado, l’anno scorso, era invece stato assolto. Il verdetto è arrivato dopo oltre 15 ore di camera di consiglio alla corte d’assise di Maine-et-Loire. «La medicina è la mia vita, i pazienti sono la mia vita e mi mancano», aveva detto davanti ai giurati il medico. Bonnemaison, se riconosciuto colpevole di tutte e sette le morti, avvenute tra il 2010 e il 2011, rischiava l’ergastolo. Venerdì l’accusa aveva chiesto 5 anni di carcere, sempre con la condizionale. Bonnemaison, che è medico delle emergenze, è stato riconosciuto colpevole per la morte di uno solo dei suoi pazienti, la signora François Iramuno, la cui famiglia si era costituita parte civile. Il termine tecnico è avvelenamento dei malati terminali. Bonnemaison, già l’anno scorso, era stato radiato dall’Ordine dei Medici.
Sempre più casi di eutanasia negli ultimi anni
Negli ultimi anni sono aumentati il numero dei medici, ma anche degli infermieri e delle infermiere, che hanno praticano l’eutanasia e il suicidio assistito nei confronti di pazienti terminali. L’ultimo caso in Italia è stato quello dell’infermiera di Lugo, che secondo l’accusa potrebbe aver tolto la vita a decine di pazienti. Ma “l’angelo della morte” più celebre, che in un certo senso ha ispirato i suoi molti emulatori, è certamente il dottor Jack Kevorkian, americano di ascendenze armene, scomparso nel 2011, che ha praticato il suicidio assistititi su 129 malati terminali. Kevorkian ha scritto una serie di articoli sull’etica dell’eutanasia, sostenendo di essere dalla parte di tutti coloro che, in pieno possesso delle loro facoltà mentali, ha il diritto di scegliere, in presenza di una patologia incurabile, se continuare a vivere o meno. Nel 1999 fu condannato a 25 anni di reclusione per omicidio di secondo grado, ma fu rilasciato nel 2007. Nel 2010 la sua vita fu persino rappresentata in un film, Il dottor morte, interpretato da Al Pacino.