Dipendenti pubblici assenteisti: a Sanremo era la regola. Verranno licenziati?

23 Ott 2015 8:36 - di Redazione

Alle otto in punto, ieri, il sindaco Alberto Biancheri (centrosinistra) si è presentato nel suo ufficio. Sapeva. Aspettava il blitz, arrivato 10 minuti dopo con la colonna di 60 auto della Guardia di Finanza che ha frastornato la città, ha cinturato tutte le sedi del Comune. Una quindicina di macchine hanno imboccato i viali che salgono verso l’ingresso principale di Palazzo Bellevue, il municipio. Bloccando gli accessi, impedendo perfino l’ingresso ai cittadini e interrompendo la celebrazione di un matrimonio. E dai balconcini stile liberty dell’ex albergo si sono affacciati gli impiegati. Quelli che erano in servizio. Increduli, sbigottiti, storditi.

Sanremo, la Città dei Fiori ribattezzata la città degli assenteisti.

Almeno per quanto riguarda i dipendenti comunali. Perché anche i muri, a Sanremo, sapevano che il personale del Comune in orario d’ufficio andava al mercato, guardava le vetrine di corso Garibaldi, si dedicava perfino al canottaggio. Fra loro, gli impiegati, si scambiavano i cartellini e li facevano firmare ai colleghi; oppure qualcuno da casa mandava la moglie o la figlia minorenne. Tanto che il gip Alessia Ceccardi, che ieri ha firmato gli arresti domiciliari per 35 impiegati pubblici e 8 misure cautelari con obbligo di firma, a pagina 213 dell’ordinanza scrive: “Alla luce delle considerazioni che si trattava di una pratica assai diffusa, condivisa sostanzialmente dalla maggioranza dei dipendenti comunali, circa la metà del personale ricorreva alle condotte descritte… a fronte del dato che sono stati iscritti per gli stessi reati 195 indagati…”. Su un totale di 528 dipendenti dislocati tra la sede principale dell’ex albergo Bellavista e dodici uffici distaccati.

«Qui si rischia che si blocchi tutta la macchina comunale», sottolinea il consigliere comunale Valerio Nurra

Nella città del festival, che fino a due anni fa faceva parte dell’impero (prima democristiano, dopo forzista) incontrastato dell’ex ministro Sandro Scajola, il “sistema scellerato” in Comune sarebbe stato di casa. «C’è in tutta Italia – dice poco prima di mezzogiorno un ex impiegato, che ora viene a prendere la moglie, comunale anche lei – cosa volete che siano 15 minuti di pausa per prendere il caffè…». E no, la Gdf dice che “per evitare la caccia alle streghe, questi casi sono stati scremati”, si legge su “la Repubblica”

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