Sul nuovo ddl Cirinnà tensione con i centristi: il testo è una forzatura
Riesplode la rissa tra centristi e Pd nella maggioranza a proposito del ddl Cirinnà sulle unioni civili. La senatrice del Pd ha presentato un nuovo testo: una mossa che ha fatto infuriare gli esponenti di Area popolare (il partito che fa capo ad Alfano) i quali sono convinti che si sia trattato di un espediente per troncare il dibattito sugli emendamenti in commissione. Monica Cirinnà spiega così i cambiamenti introdotti nel nuovo testo: “Non più un registro ad hoc per le unioni civili, le coppie saranno iscritte, più correttamente, nell’archivio dello stato civile; soppressi alcuni rimandi agli articoli del codice civile che regolano il matrimonio: i diritti e i doveri delle coppie unite civilmente sono elencati negli articoli 3 e 4 che si riferiscono alla vita familiare e agli obblighi di mutua assistenza e di contribuzione ai bisogni comuni e ai diritti sociali derivanti dalla condizione di coppia, sono previsti i diritti successori dei coniugi”. Con la legge in ogni caso “ci sarà il riconoscimento pieno delle coppie composte da persone dello stesso sesso, questo avverrà attraverso un nuovo istituto giuridico di diritto pubblico, denominato Unione civile”. Stepchild adoption (estensione della responsabilità genitoriale sul figlio del partner) e reversibilità della pensione – aggiunge Cirinnà – restano previsti, così com’erano.
Ddl Cirinnà, le critiche di Lupi e Sacconi
“La nuova versione del ddl Cirinnà sulle unioni civili – protesta Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Area popolare – è una inaccettabile forzatura di cui non comprendo il senso. Il Partito democratico, avallandola, sta sprecando un’occasione, non quella di ottenere una legge purchessia con maggioranze spurie, ma di fare insieme una buona legge. Introdurre tensioni nella maggioranza continuando ad alzare asticelle divisive non è un buon servizio né al governo né al Paese”. “Il nuovo ddl Cirinnà – gli fa eco Maurizio Sacconi – riproduce sostanzialmente l’originaria impostazione del riconoscimento della genitorialità omosessuale e dell’omologazione tra unioni civili e matrimoni. Le modifiche – aggiunge – non sono state oggetto di alcun negoziato con Ncd. Rimane il macigno divisivo della genitorialità e della legittimazione dell’utero in affitto che noi chiediamo anzi di perseguire come reato universale”.