La Banca d’Italia conferma la crescita ma avverte: ora ridurre il debito

16 Ott 2015 17:12 - di Niccolo Silvestri

Banca d’Italia vede rosa e nel suo bollettino economico conferma la ripresa in corso innalzando addirittura le stime del Pil 2015 che – a dire degli esperti di via Nazionale – potrebbe «rivelarsi lievemente superiore allo 0,7 per cento» previsto a luglio. Dopo anni di flessione della domanda interna, sembra dunque consolidarsi la ripresa dei consumi privati e il graduale riavvio degli investimenti. Un mix virtuoso di fattori che ha consentito all’attività economica di tornare «a crescere dall’inizio del 2015, a ritmi intorno all’1,5 per cento in ragione d’anno». Lo testimonierebbero anche segnali congiunturali più recenti come l’andamento della produzione industriale, il rafforzamento della fiducia di famiglie e imprese e le inchieste condotte presso i responsabili degli acquisti.

La Banca d’Italia a Renzi: «Occasione irripetibile per ridurre il debito»

A giudizio degli esperti di Bankitalia, tuttavia, occorre sfruttare «appieno l’occasione offerta dalle condizioni finanziarie e monetarie eccezionalmente favorevoli e dal progressivo rafforzamento della ripresa» per ridurre il debito. Il bollettino economico rileva come «il profilo temporale di riequilibrio dei conti pubblici debba assicurare una chiara e progressiva riduzione del debito». Anche perché – rileva sempre il bollettino di via Nazionale – la graduale «riduzione delle imposte è coerente con l’esigenza di diminuire l’elevata pressione fiscale» che frena la crescita dal momento che «gli interventi più direttamente efficaci sono quelli di riduzione del carico sui fattori della produzione», mentre l’abolizione della tassa sulla casa «potrebbe avere effetti circoscritti sui consumi».

Sull’occupazione aumentata: solo in parte dipende dal governo

Non è ancora un “altolà“ al governo guidato da Matteo Renzi ma è di sicuro una “calda” esortazione a Palazzo Chigi a non cadere nella tentazione di finanziare in deficit la riduzione delle tasse per scopi elettoralistici perché sarebbe come restituire con la mano destra quel che ha la mano sinistra ha tolto. Quanto all’aumento dell’occupazione dipendente a inizio 2015, essa è legata almeno per un quarto alle misure del governo: un terzo di questa quota è legato al Jobs act e due terzi agli sgravi contributivi per le assunzioni stabili. Lo sottolinea Bankitalia, riferendosi ai dati sul Veneto e spiegando che queste valutazioni sono «applicabili all’intera economia».

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