Addio al Novello: non piace e costa troppo. Gli italiani non lo vogliono più
Basta col Novello. Non piace più o, forse, non è più di moda il vino Novello in Italia. A confermarlo sono i numeri della produzione di quest’anno che dovrebbero scendere per la prima volta sotto i 2 milioni di bottiglie, per un fatturato di 6 milioni di euro. Un trend estremamente negativo se si considera che nel 2005 se ne producevano 18 milioni. E’ quanto emerge da un’indagine della Coldiretti in occasione del debutto del 30 ottobre. Il ‘debouchage’ (la stappatura), stabilito dal decreto del ministero delle Politiche agricole, è anticipato rispetto al concorrente Beaujolais Nouveau francese, che si potrà assaggiare a partire dal 19 novembre. Leggero, con bassa gradazione (11 gradi) e bouquet aromatico, il Novello, introdotto in Italia nel 1987, oggi sconta vari handicap, dal prezzo medio elevato (oltre 3 euro a bottiglia) che non aiuta in tempo di crisi, ad una tecnologia di produzione, la macerazione carbonica, più costosa e che implica il consumo entro 4-5 mesi. Una scarsa durabilità che provoca un problema di gestione sia alle imprese produttrici, sia alle catene della grande distribuzione. ”Il consumatore oggi, rispetto a 10 anni fa, ha una grande varietà di vini a disposizione – afferma Giuseppe Martelli, direttore di Assoenologi – e i produttori con le stesse uve preferiscono produrre vini con un valore aggiunto maggiore; a fare il Novello, infatti, sono rimaste quasi esclusivamente le grandi aziende”. Insomma, il Novello ”è un vino destinato a sparire – fa sapere Giancarlo Lechthaler, direttore del Consorzio Collis Veneto Wine Group, realtà cooperativa aderente a Fedagri-Confcooperative, che rappresenta il 15% della produzione di vino della Regione -. La produzione di uve da novello cala ogni anno del 15%-20%; una moda che sta passando, accelerata anche dal fatto che la qualità, rispetto a 10 anni fa, si è abbassata notevolmente”. Tra raccolta e produzione della macerazione carbonica, infatti, il Novello costa il 20% in più rispetto ad un vino tradizionale, troppi per un’azienda che non trova poi riscontro nel mercato. Il Novello oggi è quasi sparito dal circuito Horeca e non è più un evento nei supermercati, il cui debutto viene accolto nell’indifferenza più totale e all’insegna della promozione. A confermare che la moda del Novello sia passata è anche il mondo della ricerca. ”Le due varietà toscane Mazzese e Bonamico, nate una decina di anni fa per produrre Novello – spiega Paolo Storchi, ricercatore del Crea che dirige il centro di viticoltura di Arezzo – oggi vengono utilizzate per fare vini giovani ma maturi, che non durano solo 4 mesi e che vantano una grande versatilità, ottimi per aperitivi e aperi-cene tanti di moda oggi”.