Tasse casa, la Ue stoppa Renzi: «La riduzione è contro le nostre direttive»
Nuove grane europee stanno per abbattersi su Renzi. La proposta di ridurre le tasse sulla casa è contraria alle raccomandazioni Ue. Lo fanno notare fonti europee, sottolineando: “Abbiamo letto i recenti annunci sulle tasse in Italia, ma non avendo dettagli sui piani non possiamo fare commenti”. “Però è ben noto che il Consiglio ha raccomandato che l’Italia sposti sugli immobili ed i consumi il carico fiscale che grava su lavoro e capitali”.
Oltre al tema delle tasse, dura sarà anche l’impresa di Renzi di ammorbidire la Commissione di Bruxelles sul fronte del rigore. “La flessibilità, sotto forma di riduzione da 0,5% a 0,1% dell’aggiustamento, è già stata concessa all’Italia la primavera scorsa in cambio delle riforme”. Le stesse fonti Ue notano che il paese “ha già fatto progressi” nelle riforme ma ora “è essenziale che non si perda lo slancio” nella messa in atto. Il che è “fattore chiave per esaltare il potenziale di crescita dell’Italia”. Il progetto di finanziaria per il 2016, secondo le norme previste dal ‘2-pack’ ed applicate per la prima volta nell’autunno 2014, dovrà essere sottoposto alla Commissione entro il 15 ottobre. L’esecutivo, come previsto dall’ art. 7 della legislazione sulla governance dei paesi dell’Eurozona, deve poi esprimere la sua opinione al più presto possibile ed “in ogni caso non oltre il 30 novembre”. “Naturalmente – dicono le fonti – ci aspettiamo che l’Italia rispetterà tutte le raccomandazioni del Consiglio (che formalmente le emana, su raccomandazione della Commissione, ndr), comprese quelle sulla politica tributaria”. “Le regole della flessibilità – aggiungono a Bruxelles – sono già state applicate per l’Italia e riflettono le raccomandazioni fatte sotto la procedura del Semestre Europeo”. “L’Italia ha già fatto passi avanti nel perseguire riforme strutturali in diversi campi. Riforme che sono la chiave per esaltare il potenziale di crescita dell’Italia. È essenziale che lo slancio delle riforme sia mantenuto”. Insomma, la propaganda renziana avrà poche possibilità nei prossimi mesi. Le tasse non si abbattono a colpi di slogan, ma rivedendo l’enorme macchina dello sperpero pubblico. A Bruxelles non fanno sconti.