Presa a Pescara la gang che pestava i passanti senza motivo
Individuata a Pescara una gang di ragazzini – il più giovane non ha ancora compiuto i 14 anni e il più ‘anziano’ ne ha appena 19 – che ha seminato il terrore tra i coetanei non solo di notte sulla riviera, ma anche di giorno e in pieno centro cittadino, pensando di restare impunita nonostante le ripetute aggressioni, rapine e pestaggi, alcune delle quali compiute secondo le modalità tipiche della pericolosa pratica del ‘knockout game’, quella di aggredire persone ignare all’improvviso per provocarne la caduta a terra come in un incontro di boxe. Alla fine la banda è stata sgominata grazie ad un’operazione congiunta di carabinieri e polizia che hanno arrestato due giovani, uno di 14 anni, l’altro di 17 – che devono rispondere a vario titolo di rapina, estorsione, ricettazione, minacce aggravate e porto abusivo di armi – e ne hanno denunciati altri cinque.
Aggressioni al grido di “KO!”
Alla luce degli elementi raccolti dagli investigatori il Gip del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila, Alessandro Giordano, ha disposto per il 17enne la misura cautelare della custodia in carcere presso un istituto penale minorile e per il 14enne la misura cautelare del collocamento in comunità. Il più grande dei due arrestati è stato anche indagato, insieme ad altri quattro giovani tra i 18 e i 19 anni, per una serie di aggressioni avvenute nella notte del 28 giugno scorso sul lungomare nord di Pescara, ai danni di ignari cittadini che passeggiavano. Più di un testimone, aveva raccontato che il ‘branco’ si esaltava al grido di ‘KO!’ ogni volta che qualcuno, improvvisamente e senza alcun motivo, veniva colpito e buttato a terra. Quella sera tre giovani erano costretti a fare ricorso alle cure dei sanitari per le ferite subite, riportando prognosi comprese tra i sette e i quindici giorni. Il 18enne F.P., colto in flagranza, fu subito arrestato. Altre aggressioni simili sarebbero state commesse il 19 e 20 luglio, il 28 luglio, il 1° e 5 agosto scorsi. Gli investigatori hanno sottolineato quanto importante sia stata la collaborazione delle ‘vittime’, che hanno avuto il coraggio di denunciare i loro aggressori. Secondo le forze dell’ordine “i ragazzi hanno agito in maniera gratuita per l’affermazione della propria supremazia nei confronti di loro coetanei”.