Misero a ferro e fuoco Bologna: dopo un anno arrestati gli antagonisti

22 Set 2015 17:19 - di Redazione

Misero a ferro e fuoco la città di Bologna per protestare contro il presidio delle “Sentinelle in piedi” e di Forza Nuova e la visita del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Era l’ottobre dello scorso anno e dietro di loro, lasciarono una città ferita. Oggi la Digos di Bologna è andata a prenderli uno per uno presentandogli sei misure cautelari – tre arresti domiciliari e tre divieti di dimora – emesse dal giudice delle indagini preliminari Gianluca Petragnani Gelosi su richiesta dei pm Antonello Gustapane e Antonella Scandellari nei confronti di altrettanti appartenenti ai movimenti antagonisti che presero parte ai violenti tafferugli scoppiati il 5 ottobre 2014 dopo la manifestazione delle “Sentinelle in piedi” e agli scontri in occasione della presenza in città del Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, il 18 ottobre 2014.
Una delle misure di arresto domiciliare riguarda Gianmarco De Pieri, leader del Tpo, arrestato nel suo negozio di gelati bio. De Pieri, coinvolto in entrambi gli episodi, sia la contestazione contro Visco, sia i tafferugli contro le “Sentinelle in piedi” è un nome notissimo: era già stato raggiunto nelle scorse settimane da un divieto di dimora emesso da un diverso gip, Letizio Magliaro, in quel caso legato ad una manifestazione del 18 giugno, seguita ad uno sgombero di una palazzina occupata in viale Aldini. Il divieto di dimora aveva provocato scandalizzatissime prese di posizione nel centrosinistra bolognese con diversi appelli in sua solidarietà. Ora arriva la misura cautelare.
A De Pieri e ai suoi compagni sono contestati a vario titolo, tra l’altro, i reati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e violenza privata.
Erano stati sette i denunciati dalla Digos, tra gli appartenenti ai centri sociali per l’episodio del 5 ottobre, quando scoppiarono disordini al termine del presidio delle “Sentinelle in piedi“, movimento per la famiglia tradizionale che manifestava silenziosamente contro il ddl Scalfarotto per il reato di omofobia, affiancato da Forza Nuova.
Per la contestazione a Visco recentemente sono stati notificati dalla Procura 30 avvisi di fine indagine ad attivisti dei collettivi e Centri sociali come Tpo, HoboLabas: dopo gli scontri per le strade, 19 tra poliziotti e carabinieri finirono in ospedale. De Pieri, coinvolto in entrambi gli episodi, era stato raggiunto nelle scorse settimane anche da un’altra misura, un divieto di dimora emesso da un diverso gip, Letizio Magliaro, in quel caso legato ad una manifestazione del 18 giugno, seguita ad uno sgombero di una palazzina occupata. Il divieto aveva suscitato a Bologna polemiche e discussioni nel centrosinistra, con appelli in sua solidarietà da un lato, prese di posizione per il rispetto della legalità dall’altro. Le misure eseguite in giornata, ha chiarito il procuratore aggiunto Valter Giovannini, coordinatore del gruppo “ordine pubblico” sono «un’ordinaria attività investigativa svolta dalla Digos, coordinata dalla Procura». La richiesta di misure «era già pendente presso l’ufficio gip nel momento in cui venne eseguita altra misura per altri fatti», ha aggiunto Giovannini.

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