Altra sceneggiata: vogliono sposarsi scalzi, gli fanno rimettere le scarpe

14 Set 2015 11:16 - di Augusta Cesari

Volevano sposarsi scalzi per esprimere solidarietà ai migranti, ma non hanno potuto farlo in municipio, quello di Bondeno. È successo in occasione del matrimonio fra Stefano Zoboli ed Emanuela Gavioli, coppia di Burana. L’assessore di Forza Italia  che ha celebrato il matrimonio ha detto no. Gli sposi in vena di esibizioni buoniste hanno pensato che un giorno come quello delle nozze potesse trasformarsi in impegno di solidarietà, in concomitanza con le Marce degli scalzi in Italia. Così, una volta arrivati in municipio, nella sala attigua a quella dove si sarebbe svolta la cerimonia, Emanuela ha spiegato il desiderio della coppia. Al loro appello di togliersi le scarpe nel segno della solidarietà, buona parte degli invitati ha risposto positivamente. Ma poi tutti hanno dovuto tornare a infilarsi le scarpe: l’assessore Cristina Coletti, eletta nel giugno scorso nella lista di Forza Italia e delegata a celebrare il matrimonio, ha no e ha fatto presente a sposi e invitati che era opportuno mantenere il decoro del luogo. Sposi scalzi? Non è proprio il caso, la solidarietà verrà poi, se vogliono, ma la cerimonia va salvaguardata nel suo cerimoniale rotuale. Quindi, a piedi nuovamente calzati, la cerimonia si è svolta e il matrimonio celebrato.

Sposi scalzi: “Rimettetevi le scarpe”

«Non avevamo alcuna intenzione di fare politica – spiega Emanuela – ma solo di fare un gesto umanitario». La sposa spiega anche come è scaturita l’intenzione di questo atto: «Mio fratello, prima della cerimonia, è venuto a casa mia e parlando mi ha spiegato delle Marce degli scalzi. Da qui l’idea di esprimere la nostra solidarietà, non potendo partecipare in altro modo, durante il nostro matrimonio, un pensiero nei confronti di chi soffre». «Ho semplicemente spiegato agli sposi – dice l’assessore Coletti – che una simile decisione andava quantomeno annunciata prima. E che comunque non era il caso, per il decoro e il rispetto del luogo. Anche il sindaco, che ho poi informato, ha avallato la mia scelta».

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