William e Kate ai paparazzi: ora basta, lasciate in pace il principino George
Appostamenti al parco, pedinamenti delle tate, ingaggi di altri bambini per avvicinarlo. Sono alcuni degli espedienti utilizzati dai paparazzi per fotografare il principino George che preoccupano non poco papà William e mamma Kate. A denunciarli è stata una lunga lettera di Kensington Palace rivolta tanto ai media quanto ai lettori, in cui si legge tra l’altro che «è stato superato il limite». «Accontentatevi delle foto ufficiali», è un po’ il senso della lettera, che comunque usa toni duri solo nei confronti dei fotografi “di frodo” indicati come autori di vere e proprie «molestie».
L’appello di William e Kate ai lettori
Nella lettera, firmata dal responsabile della comunicazione dei duchi di Cambridge e del principe Harry, Jason Knauf, si punta sull’empatia, presentando William e Kate come due genitori (quasi) normali preoccupati di tutelare l’immagine e l’infanzia dei propri figli. Non a caso l’argomento proposto non è tanto e solo quello dell’invadenza nella vita dei principini, quanto quello della salvaguardia dei minori tutti e del modo in cui vadano presentati sui media. Con un appello finale ai lettori dei giornali che pubblicano foto rubate, affinché non si rendano complici di violazioni che probabilmente «non immaginano».
I principini come bambini (quasi) normali
In più passaggi Kensington Palace crea dei paralleli tra i principini e i bambini non coronati, ricordando per esempio che qualsiasi genitore si sentirebbe turbato accorgendosi che il proprio figlio viene immortalato senza il suo permesso. Tanto più se la foto serve a trarne profitto o viene scattata utilizzando tecniche proprie della sorveglianza, come gli appostamenti, che rimandano alle modalità di azione di «gruppi i cui intenti sono molto diversi dal catturare solo una foto». C’è un «rischio reale per la sicurezza», sottolinea Kensington Palace, che però si sofferma molto più a lungo sul desiderio dei duchi di Cambridge di offrire a George e Charlotte una infanzia quanto più possibile completa: non blindata in palazzi e giardini reali, ma trascorsa anche in luoghi pubblici o semi-pubblici, insieme agli altri bambini.
La morte di Diana solo evocata
Fra gli episodi riferiti, Kensigton Palace si sofferma in particolare su quello di un appostamento in piena regola nei pressi di un’area gioco. Il paparazzo aveva noleggiato un’auto con i vetri oscurati e si era organizzato con una riserva di cibo e bevande nella speranza di poter catturare un’immagine di George. La polizia lo aveva scoperto nascosto all’interno del bagagliaio, con un teleobiettivo pronto a scattare. È certamente un’immagine che colpisce, ma ce n’è una che avrebbe potuto creare un effetto molto più drammatico. Tra le azioni messe in atto dai paparazzi «negli ultimi mesi» si ricorda anche che «hanno inseguito le macchine che uscivano dalle case di famiglia». Una circostanza che rimanda direttamente alla tragica fine della principessa Diana, ma che sulla quale evidentemente gli esperti di comunicazione di Kensigton Palace non hanno voluto calcare la mano.