Trovato morto Jozef Wesolowski, l’ex Nunzio sotto processo per pedofilia
E’ morto la notte scorsa in Vaticano l’ex Nunzio nella Repubblica Dominicana ed ex arcivescovo Jozef Wesolowski. L’ex presule polacco, già ridotto allo stato laicale dalle autorità della Santa Sede, era sotto processo in Vaticano per atti di pedofilia commessi a Santo Domingo e possesso di materiale pedopornografico. La notizia della morte di mons. Wesolowski è stata confermata dalla Santa Sede. “Alle prime ore di questa mattina – afferma un comunicato della sala stampa vaticana- è stato trovato defunto nella sua abitazione in Vaticano S.E. Mons. Jozef Wesolowski, già Nunzio Apostolico. Subito intervenuta l’autorità vaticana per i primi accertamenti, i quali indicano che la morte è dovuta a cause naturali. Il Promotore di Giustizia ha ordinato un’autopsia. Il Santo Padre è stato doverosamente informato di tutto”.
Jozef Wesoloswski era stato Nunzio Apostolico a Santo Domingo
L’ex nunzio Jozef Wesolowski è stato trovato morto questa mattina intorno alle 5.00, davanti alla tv accesa, da un francescano del Collegio dei Penitenzieri – i frati che confessano i fedeli nella Basilica di San Pietro -, presso i quali l’ex presule polacco abitava, con divieto di lasciare i confini vaticani, in attesa del processo per pedofilia e pedopornografia. L’autopsia chiarirà i motivi del decesso: le autorità della Santa Sede, in base ai primi accertamenti, parlano comunque di “cause naturali”. Il dibattimento processuale a carico di Wesolowski, che doveva iniziare lo scorso 11 luglio, era stato rinviato a data da destinarsi per un malore che aveva colto l’imputato il giorno precedente e per il quale era stato temporaneamente ricoverato in ospedale. Doveva trattarsi del primo processo in Vaticano a un ex vescovo per una vicenda di pedofilia. Wesolowski era stato arrestato lo scorso settembre dalle autorità vaticane e tenuto per due mesi agli arresti domiciliari nel Collegio dei Penitenzieri, poi revocati in ragione del suo stato di salute. In attesa del giudizio processuale, gli era stato comunque imposto il divieto di allontanarsi dalla Città del Vaticano.