Sparatoria di Camaiore: i rom avevano già fatto altre rapine. Ma erano liberi…
Sono i banditi che avevano messo a segno dei furti a Massa, sparando in quel caso contro la polizia, i tre protagonisti rom delle scene da far west sul lungomare della Versilia, con la sparatoria di Camaiore che ha terrorizzato i villeggianti, alcuni dei quali hanno persino temuto un attentato in spiaggia. All’interno della loro automobile – una Ford Focus con targa contraffatta – gli agenti della polizia hanno infatti trovato refurtiva, merce quasi certamente provento di furti e rapine messe a segno nella provincia di Massa. Oltre ai gioielli a bordo c’erano anche 4.000 euro e oggetti per lo scasso più scanner e radioline trasmittenti da usare alla Diabolik per segnalare le rispettive posizioni durante i furti.
Sparatoria di Camaiore, erano pendolari del crimine
I banditi sono “pendolari del crimine” scesi in Versilia e nelle province limitrofe per mettere a segno colpi mentre ci sono molti vacanzieri sul litorale e poi tornarsene in Piemonte facendo perdere le tracce. Questa volta però il piano non ha funzionato. Il malvivente che si trova in carcere, Angelo Riviera, 43 anni, sinti, nel 2006 in Versilia fu coinvolto in un inseguimento con la polizia e ci furono colpi di pistola anche in quella circostanza, dopo una fuga iniziata a Massarosa dopo un furto in una villa e proseguita fino a Marina di Pietrasanta. I due complici hanno precedenti specifici.
Vecchie conoscenze della polizia
Il bandito finito subito in manette è una vecchia conoscenza della polizia del commissariato di Viareggio. Nove anni fa a fine estate 2006, l’uomo – con alcuni complici – venne coinvolto in un furto, con fuga e sparatoria, fra Massarosa e Pietrasanta. Ci fu anche un tentativo di speronamento a una rotonda. Momenti drammatici. In quella occasione, i fuggitivi riuscirono a farla franca. Ma dopo qualche giorno, la polizia riuscì ad arrivare all’identificazione di tutti i componenti del gruppo. «Sono zingari e basta. Punto», le parole del sindaco di Pietrasanta, Massimo Mallegni, ancora risuonano in zona, perché molti media hanno praticamente nascosto l’origine dei “colpevoli” della sparatoria. Lo stesso Mallegni poche settimane fa aveva suggerito al prefetto di chiedere l’intervento dell’esercito per contrastare i fenomeni di criminalità in Versilia.