Rinnovabili ed efficienza: l’Italia riesce a produrre di più con meno energia
L’Italia consuma meno energia (-3,8%).Ne consuma meno perché l’economia fatica a riprendere ma soprattutto, come rilevato anche in altri Paesi, si è più efficienti e le tecnologie consentono di separare il fabbisogno energetico dalla correlazione diretta con il Pil. Terzo aspetto: per produrre elettricità la prima fonte d’energia del Paese è rappresentata dalle fonti rinnovabili, il 43% della corrente. Ma (quarto punto fondamentale) l’Italia ha costi energetici troppo alti soprattutto per colpa della tassazione superba, in media 363 euro per tonnellata di petrolio.
Energia in Italia prodotta per il 43% dalle rinnovabili
«Il percorso italiano sull’energia è uno dei più avanzati d’Europa», commenta la sottosegretaria dello Sviluppo economico, Simona Vicari a “Il Sole 24 Ore”. «I dati pubblicati dal ministero dimostrano come il nostro Paese sia non solo all’avanguardia m termini di autonomia energetica ma anche nella copertura d’energia da fonti rinnovabili che in Italia, rappresenta un quinto della produzione. L’energia da fonti rinnovabili è la prima fonte di generazione elettrica».
Il fenomeno delle fonti rinnovabili è quello che fino a pochi anni fa sembrava inatteso e lontano
Gli incentivi degli anni scorsi e soprattutto l’avanzare della tecnologia hanno diffuso impianti a basse emissioni: se per produrre elettricità rappresentano il 43%, queste forme di energia rappresentano il 16,7% di tutti i consumi energetici, anche perché si stanno diffondendo i biocarburanti miscelati con benzina e gasolio. Obiettivo (quasi) raggiunto
L’Europa ha fissato per il 2020 un obiettivo del 17% di energie pulite.
Già nel 2013, sette anni in anticipo, l’Italia era già a ridosso dell’obiettivo. Osserva il rapporto del ministero che «la contrazione degli usi energetici e il concomitante sviluppo delle rinnovabili nei di versi comparti energetici (elettrico, termico e trasporti) ha contribuito a far raggiungere all’Italia già nel 2013 gli obiettivi europei previsti per il 2020 (con un’incidenza delle fonti rinnovabili sui consumi finali lordi pari al 16,7%, solo tre decimi di punto al di sotto del target europeo)».