Ridurre le tasse? La Cgia smaschera il premier e lancia la sfida dei 18 miliardi
Anche a Rimini, nel corso del suo intervento al Meeting di Comunione e Liberazione, Renzi ha promesso che ridurrà le tasse. Ha parlato di una prossima riforma del Fisco. Argomento che, come si sa, sta molto a cuore agli italiani, visto e considerato che l’Italia, in Europa, è il Paese con la pressione fiscale più elevata. Ma non basta dire che le tasse vanno ridotte se non si spiega in che modo verranno reperite le risorse necessarie per far fronte al minor gettito per l‘Erario. Ed è questo che si chiedono in molti. La Cgia di Venezia lancia la ‘sfida’ al premier Matteo Renzi, dopo l’annuncio dell’abolizione di Imu e Tasi prima casa, chiedendogli di spiegare piuttosto “dove recupererà entro la fine dell’anno i circa 18 miliardi di euro necessari per sterilizzare le clausole di salvaguardia”. Questo, ricordano gli artigiani mestrini, per evitare entro l’inizio del 2016, gli aumenti delle accise sui carburanti, l’incremento degli acconti Irpef e Ires e il ritocco all’insù dell’Iva.
Tasse, per la Cgia mancano ancora 22 mld per evitare l’aumento del’Iva
Senza contare, osserva la Cgia, che entro la fine di quest’anno dovranno essere reperiti altri 1,5 miliardi per estendere anche al 2016 la decontribuzione totale a beneficio delle aziende che assumono a tempo indeterminato e altri 2,1 miliardi, dopo le sentenze della Consulta, per consentire la reindicizzazione delle pensioni e il rinnovo dei contratti dei lavoratori del pubblico impiego. “Sia chiaro – spiega Paolo Zabeo, della Cgia – noi facciamo il tifo per il premier Renzi. Questo Paese ha bisogno di una forte riduzione delle tasse. Siamo sicuri, così come è avvenuto con il bonus degli 80 euro, che troverà i 4,5 miliardi di euro per azzerare Imu e Tasi sulla prima casa”. “Mentre attendiamo con fiducia la disposizione con cui ci comunicherà la copertura, ci può anticipare – conclude – dove recupererà entro la fine del 2015 gli altri 22,4 miliardi necessari per evitare l’aumento dell’Iva, il ritocco all’insù delle accise sui carburanti e per rispettare le disposizioni stabilite della Corte Costituzionale“.