«Prima gli italiani», un altro sindaco si ribella e dice no agli immigrati

10 Ago 2015 8:31 - di Franco Bianchini

Dopo il sindaco che ha partecipato alle manifestazioni contro l’immigrazione selvaggia e il sindaco che, per protesta, non ha partecipato al tavolo sull’emergenza profughi («i nostri terremotati sono ancora sotto le tende»), un altro sindaco si ribella. E’ il primo cittadino di Pietrasanta, Massimo Mallegni (FI) che ha detto un no secco al presidente della Toscana: «Non ospiterò immigrati nel mio Comune, c’è prima la mia gente, Solo quando le oltre 100 famiglie che non riescono ad andare avanti saranno sistemate, potremo parlare di ospitalità».

 Massimo Mallegni: basta soldi alle cooperative

Per Massimo Mallegni, la gestione dell’emergenza immigrati è «un’attività mascherata» per mantenere le cooperative. «I 35 euro che vengono assegnati per ogni migrante come diaria a cooperative e apparati vari devono essere assegnati ai cittadini italiani che hanno perso il lavoro e che non ce la fanno ad andare avanti. E’ lì che dobbiamo investire: non sugli immigrati. Non dobbiamo aiutarli quando arrivano, ma prima ancora che partano».

Il confronto si fa sempre più duro. «Bisogna ripristinare il reato di immigrazione clandestina che fu cancellato da Grillo e dai grillini che si sono sempre alleati con il Pd favorendo le politiche di apertura dell’Italia a qualsiasi approdo – ha detto Maurizio Gasparri – Il ripensamento estivo di Grillo tra uno yacht e una spiaggia è assolutamente ridicolo. Bisogna difendere le leggi fatte dal centrodestra e da Berlusconi, intervenire in Libia per distinguere i profughi di guerra dai clandestini, smetterla con l’operazione di trasporto dei clandestini dall’Africa che hanno incoraggiato i trafficanti e causato tante morti. I naufragi e le stragi nel Mediterraneo sono da attribuire a coloro che in Italia e in Europa hanno voluto politiche arrendevoli e che con Mare nostrum e altre operazioni si sono messi al servizio degli scafisti. Questa è la verità, al di là di prediche e perorazioni da qualunque parte provengano».

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