Migranti, un consigliere di Bolzano: facciamo pagare una tassa ai buonisti

26 Ago 2015 18:21 - di Martino Della Costa

Una tassa per i buonisti: nella polemica sull’accoglienza coatta irrompe la proposta choc di un consigliere altoatesino. «Diamo la possibilità a tutti i buonisti di pagare una tassa per dimostrare la loro volontà di accogliere nuovi profughi aggiungendo una quota volontaria all’addizionale Irpef»: è questa l’idea provocatoria lanciata  del consigliere provinciale di Bolzano Andreas Pöder, che ha presentato un ordine del giorno per l’assestamento di bilancio 2015 che nei prossimi giorni verrà trattato dal consiglio provinciale.

Una “tassa per buonisti”

Dunque, nel coro di inviti all’accoglienza (coatta); nel marasma di benpensantismo e benevolenza la posizione beffarda del consigliere provinciale altoatesino spiazza, e non poco. Della proposta di una «tassa per buonisti» – una sorta di cinque per mille per chi è a favore dell’accoglienza dei profughi in Alto Adige – risuonano soprattutto gli echi polemici del suggerimento fiscale sui generis che ha dato la stura a una serie di osservazioni e repliche grondanti di politically correct. Ma Pöder, pur sapendo della gueerra che si sarebbe scatenata in risposta alla sua provocazione, non si è dato per vinto e ha presentato un ordine del giorno per l’assestamento di bilancio 2015 che nei prossimi giorni verrà trattato dal consiglio provinciale. Secondo il consigliere della Bürgerunion, infatti, «il Sudtirolo, come altre regioni, accoglie profughi e fa il suo dovere umanitario, subendo le tante difficoltà collegate. Ci sono però sempre i buonisti di turno, che ogni giorno chiedono l’accoglimento di nuovi profughi, cioè di un maggior numero di profughi, ignorando le difficoltà collegate, e scaricando poi la responsabilità organizzativa, ma anche quella finanziaria, su tutti gli altri».

Le repliche “polemiche”

L’addizionale Irpef rientra nelle competenze del consiglio provinciale di Bolzano. «Così vediamo – ha spiegato Pöder – le somme versate e possiamo quantificare la disponibilità dei nostri cittadini ad accogliere nuovi profughi». La risposta a tanta iperbolica trovata per uscire dallo stallo in cui versa il Paese sullo spinoso tema immigrazione non si è fatta attendere: e così, il direttore della Caritas altoatesina Paolo Valente ha replicato alla proposta di Pöder, affermando che «l’Alto Adige è pieno di persone tolleranti ed accoglienti» e che «l’accoglienza dei profughi non pesa sulle tasche degli altoatesini, perché è interamente coperta da fondi statali ed europei». Una istituzionale errata corrige ribadita, tra gli altri, anche dall’assessore provinciale al welfare Martha Stocker (Svp), la quale ha liquidato la questione con un laconico «ogni provocazione deve avere un limite». Intanto, provocatoria o no, la proposta di Pöder giace in consiglio provinciale a Bolzano e, per una volta, focalizza il problema da un’angolazione posta dall’altra parte della barricata.

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