Lezioni gender, trappola per i genitori. Ed è tam-tam: attenti a ciò che firmate

6 Ago 2015 13:25 - di Girolamo Fragalà

Il trucco c’è e si vede. Furbi, terribilmente furbi gli insegnanti e i presidi di sinistra. Fanno sottoscrivere alle famiglie degli alunni un modulo con un titolo generico e buonista, di quelli che significano tutto e niente, ma quella sottoscrizione è una trappola perché autorizza le lezioni gender alle elementari, con tanto di favole gay. In sostanza, così le impongono sorpassando l’ostacolo dei veti, quasi come nelle truffe agli anziani. La reazione è immediata, con un tam-tam sul web in cui si avverte il pericolo. E il passaparola è finito pure nelle catene di Whatsapp: «Attenzione», si legge nel messaggio rivolto a tutti i genitori, «quando inizierà la scuola a settembre, vi verrà consegnato il cosiddetto patto di corresponsabilità. Vi diranno di firmarlo ma attenti perché, con la vostra firma, autorizzerete la scuola a impartire lezioni gender ai vostri figli e non potrete più opporvi».

Lezioni gender, la polemica è sempre più accesa

Numerosissime famiglie stanno ricevendo questo messaggio sul cellulare e il tam-tam è esploso pure sui profili facebook. Ma non solo. Dopo il successo dell’esperimento di Staggia Senese e i progetti in dirittura d’arrivo di Schio e Padova nascerà la prima scuola anti-gender di Brescia. Maestra unica e massimo dieci alunni per classe. L’educazione parentale impartita per almeno otto anni, permessa dagli articoli 33 e 34 della Costituzione sul modello americano, di fatto sostituisce e sfida le scuole elementari pubbliche e paritarie. I genitori si oppongono così a un sistema educativo «spinto dalle lobby gay alla parificazione biologica tra uomo e donna». Il progetto pilota è partito lo scorso anno a Staggia Senese, frazione di Poggibonsi nota ai più per una rocca deliziosamente conservata: i genitori si sono riuniti sotto la sigla di «Alleanza Parentale» definendosi l’ultimo baluardo di un’educazione improntata sui sani valori della tradizione. Poi, i genitori hanno avviato il progetto a Schio, Vicenza, e Padova.

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