I vigili furono minacciati dai Casamonica: «Che ci fate qui, ci siamo noi…»

22 Ago 2015 16:39 - di Redazione

Paura e minacce, seppure velate. Sguardi decisi e parole chiare: «Ma che ci fate qua? Qui ci pensiamo noi». Questo avrebbero detto i parenti di Vittorio Casamonica ai vigili urbani che giovedì scorso cercavano di contenere il maxi corteo funebre che ha paralizzato in parte Roma est e scatenato infinite polemiche. A raccontarlo un testimone, un abitante che da decenni ha casa in quella fetta di periferia romana che è parte del regno del clan di nomadi italiani e dove “tutti sanno chi sono i Casamonica e hanno veramente paura”. «Sembrava volessero bloccare l’intero quadrante della città per dare uno schiaffo a Roma e dimostrare a tutti noi chi comanda», dice l’uomo che giovedì ha incrociato il corteo funebre su via Tuscolana. «Il messaggio mi è sembrato chiaro: qui comandiamo noi. Era tutto organizzato nei minimi dettagli, studiato a tavolino. E poi farlo qui, dove tutti sanno chi sono e li temono…. Quando ho visto tutto quel caos in via Tuscolana inizialmente ho pensato ad un incidente mortale sul Grande raccordo anulare, poi è sbucata la carrozza, sembrava un film. C’erano decine di macchinoni e persone in moto senza casco che stavano nel corteo e giravano indisturbate – racconta – quando alcuni di loro hanno visto i vigili urbani non l’hanno presa molto bene. Anzi una decina di loro sono scesi dai Suv e si sono avvicinati agli agenti come per intimidirli dicendo chiaramente “che ci fate qua”? Qui ci pensiamo noi».

Una telecamera dei Casamonica?

 

Il testimone spiega che c’è stato qualche momento di tensione poi il corteo funebre si è spostato sull’altra carreggiata della Tuscolana. «Credo che volessero occupare gli incroci principali procedendo a passo di lumaca per dimostrare che quella fetta della capitale è nelle loro mani – aggiunge – e di fatto è così. La gente ha paura dei Casamonica. Loro non minacciano apertamente, ma riescono ad intimidire anche con uno sguardo, anzi a volte scandiscono solo il loro cognome, che vale più di qualsiasi arma». Un po’ quello che è successo giovedì scorso “perché qui per strada tutti sapevano che era il funerale di un Casamonica, e se lo sapevamo noi….”. «Mi è sembrato che i vigili urbani avessero quasi timore nel nell’intervenire decisamente e del resto dopo quella frase esplicita dei parenti che potevano fare visto che erano soli e non c’erano polizia o carabinieri?», prosegue l’uomo. «Anzi con con cautela poi sono riusciti a far spostare tutta la coda di auto e persone dall’altro lato della Tuscolana e il traffico per fortuna ha ripreso a defluire lentamente – ricorda ancora – ma lo show è andato avanti: mi è sembrato che sull’elicottero ci fosse anche una telecamera che immortalava tutto dall’alto. Proprio come fa la polizia durante le manifestazioni. Ma giovedì erano i Casamonica a farlo».

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