Diabete, se lo conosci lo previeni: ad annunciarlo uno studio tutto italiano
Diabete, se lo conosci lo previeni: questo il risultato accreditato da uno studio tutto italiano pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica americana che apre nuovi scenari sulla medicina preventiva.
Diabete, il test per prevenirlo
Di più: in base a quanto svelato dalla ricerca, è possibile prevedere il diabete entro i prossimi 5 anni anche in chi non è a rischio, attraverso nuovi parametri di lettura – mai utilizzati fino ad ora – di un test economico e comunemente impiegato noto come curva glicemica e spesso usato in gravidanza. Permettendo così di realizzare una vera prevenzione precoce in chi è ora considerato sano, e che lo è ancora effettivamente, ma che corre un grave rischio di ammalarsi. Lo studio, tutto italiano, pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism apre proimettenti scenari di prevenzione. Il test da carico di glucosio o curva glicemica viene realizzato misurando la glicemia di base e fatto due ore dopo l’ingestione di 75 grammi di glucosio. Lo studio –condotto dal professor Giorgio Sesti, presidente eletto della Società Italiana di Diabetologia assieme ai ricercatori dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e dell’Università di Roma Tor Vergata – dimostra l’importanza di valutare la glicemia anche dopo un’ora, per scoprire persone ad alto rischio, categoria fino ad ora ignorata, sulla quale però ora si può intervenire con una vera strategia preventiva precoce per cercare di arginare l’epidemia diabete. In sostanza è stata identificata una nuova categoria di persone con “pre-diabete” nelle quali una glicemia uguale o superiore a 155 mg/dl, dopo un’ora dal test di carico orale di glucosio (cioè dal momento in cui si beve un liquido con glucosio le cui concentrazioni vengono poi misurate nell’organismo) predice la comparsa di diabete entro i successivi 5 anni, nelle persone considerate ora sane e che invece presentano un rischio di diabete aumentato del 400%.
Complicanze del diabete: le stime
Sono 387 milioni le persone affette da diabete nel mondo, secondo le ultime stime dell’International Diabetes Federation. Un numero talmente enorme da essere difficile da visualizzare, se non contestualizzandolo nelle sue terribili ricadute. Il diabete di tipo 2 (quello per intendersi di tipo alimentare e non genetico) soprattutto quello non diagnosticato (una persona su due nel mondo è affetta da questa condizione senza saperlo) ,o quello trattato troppo tardivamente, porta a conseguenze molto pesanti. Si va dalla perdita della vista, all’amputazione degli arti inferiori, dall’ictus, all’infarto, alla perdita della funzionalità renale, che porta alla dialisi. E il diabete, attraverso tutte le sue complicanze, porta anche ad una morte precoce, al ritmo di una persona ogni 7 secondi, fino ad un totale di 4,9 milioni di decessi correlati a questa condizione nel 2014, nel mondo. Da tutto ciò appare chiaro quale sia l’importanza di diagnosticare prontamente questa condizione, per poterla affrontare e trattare immediatamente, modificando lo stile di vita, correggendo i fattori di rischio e assumendo una terapia farmacologica adeguata, dove necessario. E tutto questo, idealmente, anche prima che la malattia si sia manifestata.