Crisi, Isis, immigrati? No. Per Prodi “il grande pericolo per l’Europa è la destra”

20 Ago 2015 11:03 - di Antonio Marras

«L’Europa è in uno stato terribile. Nessuno dei grandi problemi è stato affrontato con spirito europeo. Né la Grecia, né l’immigrazione. Serve un summit “largo” con i Paesi della Ue, le istituzioni europee e con in più i grandi partiti politici. Bisogna ricominciare a parlare di politica perché così l’Europa muore di inedia. Muore perché le altre economie corrono e noi non siamo capaci nemmeno a decidere sulle cose che riguardano casa nostra, in primis l’Ucraina, dove c’è “un ruolo dominante degli Usa». Con una bella faccia tosta, il padre della disgraziata operazione-Euro, Romano Prodi, ex premier ed ex presidente della Commissione Ue, in una lunga intervista ad Avvenire fornisce consigli utili su come salvare l’Europa, che “arranca e senza vere novità dobbiamo rassegnarci a non crescere”.

Il nuovo Prodi anti-Merkel

Adesso, prosegue Prodi, “sta emergendo una dottrina nuova, sta venendo avanti una certa tentazione di togliere potere alla Commissione per ridarla agli Stati membri. Mi chiedo se nel profondo dell’opinione pubblica tedesca non stia emergendo l’ipotesi che la Germania ce la possa fare da sola. Le decisioni che contano sono sempre più estranee all’Europa e sempre più concentrate sulla Germania”. In Europa, evidenzia Prodi, “sono tutti leader ‘barometrici, con visione corta, che si fanno guidare dai sondaggi, incapaci di ragionare sul futuro”. Ne è un esempio l’immigrazione, “un problema drammatico e serio, che non viene mai affrontato tenendo conto degli assestamenti di lungo periodo”. Per l’ex premier la soluzione è “mettere tutti attorno a un tavolo”. In questa partita, sottolinea, “non è possibile giocare su due tavoli: dare vita a un nuovo pressing per un governo di pacificazione e ragionare sulla possibilità di armare il governo di Tobruk o di intervenire militarmente in Libia”. Prodi osserva il “montare di una mistura di populismi. Il populismo di destra su ordine e immigrazione si lega a un altro populismo, questa volta di sinistra, su temi anti-casta o come il reddito minimo. La maestra di questa dottrina è la signora Le Pen, ma in Italia c’è chi segue lettera per lettera quella lezione. Il populismo segue le due grandi paure: quella per la sicurezza e quella per l’economia. E se qualcuno riesce a mettere insieme i due temi, vince».

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