Clandestini, l’affondo di Cameron: carcere per chi lavora illegalmente

25 Ago 2015 13:43 - di Antonio Pannullo
Il premier inglese David Cameron

Il Regno Unito è la prima nazione dell’Unione europea a reagire all’invasione dei clandestini in Europa. Fino a sei mesi di carcere per gli immigrati illegali che lavorano in Gran Bretagna. È la proposta lanciata dal governo di David Cameron che vuole inserirla all’interno della Immigration Bill, la severa legge sull’immigrazione che verrà discussa il mese prossimo in Parlamento. Il sottosegretario all’Interno, James Brokenshire, ha affermato che il governo «continuerà il suo giro di vite contro gli abusi», che ha già visto l’introduzione di norme più restrittive e diverse retate compiute dagli agenti dell’Home Office che hanno arrestato immigrati non in regola con i documenti. Fra le altre misure, locali fast food e i negozi che vendono bevande rischiano di perdere la loro licenza se impiegano personale in modo illegale. Non è la prima iniziativa britannica in questo settore: pochissimi giorni fa i ministri dell’Interno di Francia e Gran Bretagna, Bernard Cazeneuve e Theresa May, hanno firmato un accordo in risposta all’emergenza migranti a Calais, che prevede mezzi supplementari per la sorveglianza dell’Eurotunnel e per il trattamento delle domande d’asilo, e misure di lotta al traffico di esseri umani. L’accordo prevede un aumento della sorveglianza all’imbocco del tunnel e del monitoraggio dei mezzi in transito, con in particolare nuove squadre di perquisizioni 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per individuare chi tenta di attraversare clandestinamente, oltre alla creazione di un centro comune di comando e controllo. Parallelamente, sarà intensificata l’osservazione del fenomeno migratorio, per individuare i soggetti più fragili e a rischio sfruttamento da parte dei trafficanti, in particolare donne e bambini, per cui si cercheranno alloggi sicuri e forme di tutela specifiche. Inoltre saranno aumentate la capacità di trattamento delle domande d’asilo a Calais, in forte aumento dall’inizio dell’anno. La Gran Bretagna si impegna direttamente sul piano finanziario, annunciando un contributo di dieci milioni di euro su due anni per la gestione dei migranti sul lato francese dell’Eurotunnel.

La Lega: sull’esempio di Cameron un nostro progetto di legge

L’esempio dei conservatori inglesi è subito seguito dalla Lega Nord: «Il nostro gruppo presenterà una proposta di legge, sul modello di quella inglese, al fine di rendere invivibile la permanenza nel nostro Paese per chi arriva in modo clandestino». Lo annuncia il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Massimiliano Fedriga, commentando il disegno di legge illustrato dal viceministro britannico per l’Immigrazione, James Brokenshire. «Saranno previste misure durissime per chi affitta casa a chi non è in regola, la chiusura permanente delle attività che utilizzano manodopera clandestina, il rimpatrio immediato dell’immigrato clandestino e la verifica su tutte le attività finanziare, compresi conti in banca e money transfer. Per un clandestino dovrà essere impossibile vivere in Italia». Ma non è solo quello dei clandestini l’unico fronte su cui si muove il governo Cameron: prosegue infatti anche la vasta e controversa riforma del welfare britannico intrapresa dal governo conservatore che ora si rivolge a quanti percepiscono sussidi per invalidità o malattia. Il ministro del Lavoro, Iain Duncan Smith, annuncia cambiamenti radicali che riguarderebbero fino a un milione di persone fra disabili e malati in grado di tornare a lavorare con un impiego part-time. Il ministro, secondo i media britannici, dirà che «il lavoro fa bene alla salute» e che da ora in poi non ci sarà più la rigida separazione fra chi è in grado o meno di provvedere a se stesso con un impiego. In particolare le sue critiche si rivolgono a chi soffre di malattie mentali comuni.

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