La Boldrini sempre più sola: anche il suo giovane fidanzato non c’è più

12 Ago 2015 7:43 - di Redazione

Da poco più di due mesi a ogni uscita pubblica del presidente della Camera, Laura Boldrini, i dirigenti e i fùnzionari del cerimoniale dell’istituzione si guardano timidamente negli occhi, sperando in una risposta. Che purtroppo non arriva mai. «Sola? Accompagnata?». Niente, non si riesce a sapere se non a cose fatte. E almeno da giugno una certezza c’è: V. L., giornalista, compagno nella vita della Boldrini, non partecipa più a cerimonie e manifestazioni ufficiali del presidente della Camera. Fosse stato per lui a dire il vero non avrebbe mai partecipato. Ma ha sempre ceduto all’insistenza – scrive Franco Bechis su “Libero” – della sua fidanzata, e i book dei principali fotografi istituzionali sono pieni di ritratti della coppia presidenziale.

Da giugno non c’è più alcuna traccia della presenza del fidanzato della Boldrini

E l’assenza del compagno della terza autorità dello Stato non solo fa discutere chi ha compiti istituzionali e deve provvedere ai riti protocollari, ma come sempre capita in questi casi, mette le ali a gossip e retroscena. Fra le quattro mura di Montecitorio di sicurezze sembrano essercene fin troppe: «Hanno litigato», «lui non condivideva l’interpretazione del ruolo da par te del presidente», e addirittura «si sono lasciati». I vicini di casa dell’abitazione privata a Trastevere garantiscono di avere visto un vero e proprio trasloco effettuato prima che L. sparisse da tutti gli appuntamenti istituzionali. E giurano di non averlo visto più da tempo da quelle partì. Siccome la gente è curiosa, qualcuno dei vicini si è fatto avanti, ha chiesto notizie del giornalista che non vedevano più. E la risposta ricevuta non è sembrata convincente: «È partito per un lungo viaggio, per lavoro. Starà fuori per settimane».

Sui social network L. è impegnatissimo sull’Eritrea

Ha firmato una petizione insieme a don Mussie Zerai e all’avvocato Anton Giulio Lana per fermare i 312 milioni di euro di aiuti che l’Unione europea vorrebbe inviare laggiù. Secondo i firmatari della petizione (che è disponibile su Change.org) quei soldi finirebbero nelle mani del regime eritreo senza condizioni particolari, con il rischio di aggravare la situazione di quel Paese martoriato. Longhi è di famiglia di origine eritrea, e ha le stesse passioni della Boldrini sull’immigrazione: da tempo è impegnato in quella battaglia.

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