Anche Mattarella ricorda Emilio Bianchi, l’ultimo eroe di Alessandria

17 Ago 2015 15:54 - di Guglielmo Federici
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Con un gesto di grande sensibilità umana e storica il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, appresa la notizia della scomparsa del Capitano di Fregata Medaglia d’Oro al Valor Militare, Emilio Bianchi, ha espresso ai familiari il suo sentito cordoglio ricordandone l’assoluta dedizione alla Patria e l’immenso coraggio. Il Capo dello Stato ha altresì inviato al Presidente del Gruppo Medaglie d’Oro al Valor Militare, Generale Umberto Rocca, un messaggio nel quale sottolinea l’incomparabile abnegazione e alto senso del dovere di Emilio Bianchi.

Un atto dovuto, si dirà, da parte del Presidente Mattarella, eppure non così scontato: non ricordiamo precedenti analoghi da parte dei suoi predecessori al Colle, mai così solleciti nel riconoscere il valore di protagonisti della seconda guerra mondiale. Aveva 103 anni, Emilio Bianchi, ultimo incursore superstite dei “magnifici 6” dell’eroica impresa d’Alessandria dell’allora Regia marina italiana: era tra i sei marinai del sommergibile Scirè, comandato dal comandante Valerio Borghese, che 74 anni fa, nella notte tra il 18 e il 19 dicembre 1941, a bordo, o meglio a cavalcioni, di tre siluri “maiali” provocarono l’affondamento delle corrazzate inglesi Valiant e Queen Elizabeth e danneggiarono una petroliera. Bianchi, capo palombaro, insieme al tenente di vascello Durand De La Penne, faceva parte dell’equipaggio che aveva avuto come bersaglio la Valiant. Sul sito della Marina militare si esprime il profondo cordoglio alla famiglia per la scomparsa di una figura eroica della propria storia. «Eroico combattente, fedele collaboratore del suo ufficiale, dopo averne condivisi i rischi di un tenace, pericoloso addestramento, lo seguiva nelle più ardite imprese e, animato dalla stessa ardente volontà di successo, partecipava con lui ad una spedizione di mezzi d’assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con un’azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica si armonizzavano splendidamente col freddo coraggio e con l’abnegazione degli uomini». Molti sono stati i messaggi di cordoglio pervenuti alla famiglia, ma sicuramente l’attenzione del Quirinale è quella che più fa piacere, segnando un cambio di passo significativo riguardo alla cura della memoria storica del nostro Paese, spesso “smemorata” e superficiale.

Dopo aver avanzato per più miglia sott’acqua e superato difficoltà ed ostacoli di ogni genere, valido e fedele aiuto dell’ufficiale le cui forze erano esauste, veniva catturato e tratto sulla nave già inesorabilmente condannata per l’audace operazione compiuta.
Noncurante della propria salvezza si rifiutava di dare ogni indicazione sul pericolo imminente, deciso a non compromettere l’esito della dura missione. Col suo eroico comportamento acquistava diritto all’ammirata riconoscenza della Patria e al rispetto dell’avversario.

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