2015, fuga da New York: ma stavolta per i carcerati finisce molto peggio
Sembra un po’ il film del 1981 di John Carpenter con Kurt Russel e Lee van Cleef, 1997 Fuga da New York, ma stavolta per i carcerati è finita molto male. Botte, minacce, isolamento. Per i carcerati della prigione di Clinton, a New York, le due settimane che hanno seguito la fuga di Richard W. Matt e David Sweat sono state un incubo: per cercare di estorcere loro informazioni sugli evasi, le guardie carcerarie sono ricorse alle modalità più dure di interrogatorio. In alcuni casi, forse, superando anche il limite consentito dalla legge. Nei giorni successivi all’evasione, i carcerati delle celle vicine sono stati sottoposti a un trattamento violento, incluse minacce di waterbording. E lo hanno denunciato: più di 60 hanno riferito gli abusi subiti al Prisoners’ Legal Service di New York, l’organizzazione che assiste i carcerati indigenti. «Abbiamo ricevuto lamentele e denunce quotidianamente», afferma Michael Cassidy, legale di Prisoner’ Legal Services, con il New York Times, che ha avuto modo di accedere alle lettere di protesta. Una in particolare ha destato attenzione: quella firmata da 10 carcerati di Clinton, maltrattati, con botte mentre erano ammanettati, strappando loro i privilegi accumulati in anni di buona condotta e posti in isolamento.
I guardie carcerarie di New York accusate di brutalità
Rivelazioni al pubblico, quelle del New York Times, che spingono le autorità del carcere a intervenire: «Se saranno scoperti abusi o cattiva condotta nei confronti dei carcerati ci saranno punizioni in linea con quanto previsto dalla legge». Il caso del carcere di Clinton si inserisce nel dibattito acceso negli Stati Uniti sull’uso eccessivo della forza da parte della polizia contro le minoranze, dagli afroamericani ai carcerati. Gli agenti, nel caso di Clinton, si sono ritenuti scevri da ogni responsabilità nella fuga di Matt e Sweat. La caccia all’uomo è durata tre settimane e si è chiusa con un agente che ha sparato e ucciso Matt il 26 giugno. Due giorni dopo è stato catturato Sweat. Uno dei carcerati di Clinton, Victor Aponte, riferisce che nei giorni successivi alla fuga, una guardia gli ha legato e stretto al collo una busta di plastica e si è fermata solo quando lui è svenuto. Reggie Edwards è stato invece posto in isolamento per tre settimane e le guardie hanno buttato tutti i suoi averi, incluse le foto di famiglia e la fede.