«Via gli immigrati senza documenti e certificato medico»: ma il Tar dice no

16 Lug 2015 8:57 - di Roberto Mariotti

Niente stop agli immigrati senza documenti.  Lo ha deciso il Tar, che ha accolto il ricorso presentato da alcune associazioni padovane annullando la cosiddetta “ordinanza anti-ebola”, come era stata chiamata, firmata dal sindaco di Padova Massimo Bitonci lo scorso ottobre. L’ordinanza prevedeva il divieto di dimora a persone che non hanno la carta d’identità e non forniscono regolare certificato medico. Il Tribunale amministrativo ha anche condannato il Comune a rifondere i ricorrenti (Razzismo Stop e Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) dell’importo del contributo unificato per il ricorso.

Gli immigrati senza documenti e gli “accampamenti”

«Da sindaco – ha detto il sindaco Bitonci – ho sempre agito, in coscienza, per il bene dei cittadini. Con ordinanze che in alcuni casi hanno fatto scuola. Attendiamo, a breve, di conoscere l’esito delle verifiche da parte dei tecnici di Comune, Arpav, Ulss e della Polizia Locale sul rispetto delle norme anti campeggio. Sono fiducioso: potrebbero contribuire in modo determinante allo smantellamento dell’unica tendopoli realizzata nel centro di una grande città per l’accoglienza di clandestini».

«Anche i provvedimenti contro l’accattonaggio e l’occupazione abusiva di spazi pubblici e privati stanno dando buoni risultati:sarà rimpatriato un altro accattone rumeno che ha deciso di abbandonare la sua attività e ritornare a casa». Poi, rivolgendosi ai firmatari del ricorso al Tribunale Amministrativo, ha aggiunto: «Fa male l’associazione Razzismo stop a cantare vittoria, sostenendo l’inutilità delle ordinanze che, giorno dopo giorno come da programma elettorale, stiamo attuando. Mi chiedo in nome di chi agisca e da chi sia finanziata: forse dovrebbe fare outing e dichiararsi quale partito politico, visto che si configura, inequivocabilmente, come la longa manus dei movimenti di sinistra radicale della città».

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