Fisco, un’altra icona della sinistra nei guai: Ilaria D’Amico indagata

13 Lug 2015 17:58 - di Antonio Marras

«In verità vivo la politica da cittadina smarrita e delusa. Mi ritengo una donna di sinistra perché penso, prima di tutto, che vada combattuto l’ eccesso di ingiustizia sociale…», diceva Ilaria D’Amico qualche anno fa, esprimendo un concetto bello e terribilmente impegnativo. Sul fisco, per esempio, la giustizia sociale è importante, così come il rispetto della legge che secondo i pm la bella conduttrice avrebbe violato. La D’Amico, infatti, è indagata a Roma per violazione della legge tributaria. L’attuale compagna del portiere della Juventus Gigi Buffon, secondo i pm della capitale, avrebbe evaso l’Irpef tra il 2009 e il 2011 per circa 400 mila euro. Il procedimento, avviato a Milano nell’ottobre scorso, è giunto a Roma per competenza. Le indagini sono partite nel giugno del 2013 da parte degli uomini della polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano. «È un’errata contabilizzazione di costi ienerenti la propria attività professionale, che ha portato Ilaria D’Amico a una denuncia per truffa nei confronti dell’ex commercialista di famiglia», ha fatto sapere Carlo Longari, legale della giornalista di Sky, in una nota, ricostruendo così la vicenda per la quale la conduttrice è indagata. E pensre che proprio sulle tasse la D’Amico aveva condotto la sua  grande battaglia anti-berlusconiana, in difesa della sua azienda.

La nota del legale di Ilaria D’Amico

«Questi stessi fatti – spiega ancora il legale della conduttrice Sky – sono noti alla signora d’Amico fin dal 2013, ed hanno determinato, nel momento della loro emersione, la presentazione, il 28 dicembre 2013, di una denuncia querela per truffa nei confronti dell’ex commercialista di famiglia. È quindi da escludersi – la conclusione – qualsiasi volontà di frodare il fisco da parte della signora d’Amico, che al contrario sta collaborando con la Guardia di Finanza al fine di arrivare ad un rapido accertamento della vicenda e per veder tutelate le proprie ragioni».

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